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L’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte sta verificando il primo possibile caso di partogenesi di uno squalo

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L’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta (IZSPLV) è impegnato in analisi genetiche per confermare scientificamente che la nascita di un’esemplare femmina di Mustelus mustelus sia dovuta a un caso di partenogenesi, cioè avvenuta senza fecondazione maschile.

Nel maggio scorso all’Acquario Cala Gonone, sito nell’omonima frazione di Dorgali nella costa est della Sardegna in provincia di Nuoro era nata “Ispera” – speranza in sardo -. Di per sé un evento di routine in un acquario, se non fosse che nella grande vasca pelagica nella quale è venuta alla luce, vivono esclusivamente due femmine adulte di palombo.

L’IZSPLV sta effettuando lo studio dei “marcatori microsatellite” per dimostrare se si è in presenza di un caso di partenogenesi, individuando quale delle due femmine adulte di palombo abbia dato vita a “Ispera” senza fecondazione maschile.

Le analisi saranno disponibili entro un mese. Lo studio della partenogenesi attraverso l’utilizzo di marcatori genetici microsatellite prevede l’analisi delle sequenze di DNA non codificante, caratterizzate da corte unità ripetute in numero variabile, e caratteristiche per ciascun individuo; questa prerogativa consente infatti di sfruttare i microsatelliti per la creazione di profili genetici univoci, creando una sorta di impronta genetica del DNA.

L’evento riproduttivo, se confermato dalle analisi genetiche, sarebbe il primo caso documentato al mondo di partenogenesi in uno squalo palombo Mustelus mustelus.

La nascita di “Ispera” è in ogni caso una buona notizia perché la specie, a causa della pesca eccessiva, è a grave rischio di estinzione tanto da essere stata inserita nella lista rossa dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN, International Union for Conservation of Nature).

Attualmente Ispera, che sarebbe un clone della sua mamma, gode di buona salute. Per salvaguardarla da potenziali minacce e per garantirle tutte le cure necessarie è stata temporaneamente trasferita in una vasca ad hoc dello stabulario dell’Acquario di Cala Gonone.

Il Mustelus mustelus è uno squalo della famiglia dei Triakidae, conosciuto comunemente anche come palombo. È diffuso nell’Oceano Atlantico e nel Mar Mediterraneo, a batimetriche comprese tra i -5 ed i -600 metri circa. Non è pericoloso per l’uomo, può raggiungere la taglia massima di 2 metri ed eccezionalmente i 24 anni di età

Cos’è la partenogenesi?

Definita anche “riproduzione virginale”, è una strategia riproduttiva sessuata, poiché prevede la formazione di gameti, senza la necessità di fecondazione perché si attui lo sviluppo della cellula uovo. Questa strategia riproduttiva è stata descritta in gruppi animali molto diversi: negli invertebrati (e.g., ape da miele Apis spp., insetto stecco Bacillus rossius, etc.) piuttosto che nei vertebrati come rettili e pesci. Nei mammiferi non sono noti casi di partenogenesi naturale, poiché si affidano a un processo chiamato imprinting genomico.

Esistono però rari casi riproduttivi esclusivamente attraverso la partenogenesi, i.e., partenogenesi obbligata: è il caso di un piccolo numero di specie, tra cui la lucertola del deserto Aspidoscelis uniparens, di cui esistono soltanto esemplari femmine ed il serpente cieco Indotyphlops braminus. Ad ogni modo, la partenogenesi rappresenta una strategia vincente, che in alcuni casi può verificarsi al momento opportuno, e dunque facoltativa. Infatti, la maggior parte dei vertebrati, come i varanidi (e.g., Varanus komodoensis), gli elasmobranchi ed alcuni serpenti, mostrano una partenogenesi di tipo facoltativa; ossia, modificano la propria strategia adattativa in funzione delle circostanze.

La partenogenesi è stata descritta prevalentemente in animali in cattività, data la difficoltà nel rilevare tale fenomeno nel contesto naturale. Ad esempio, sono stati documentati casi di partenogenesi nel 2001, per lo squalo martello Sphyrna tiburo presso l’“Henry Doorly Zoo and Aquarium” in Omaha, Nebraska; nel 2007, per lo squalo orlato Carcharhinus limbatus presso il “Virginia Aquarium & Marine Science Center” in Virginia Beach, USA; nel 2008, per lo squalo zebra Stegostoma fasciatum presso il “Burj Al Arab Aquarium” in Dubai, questo fenomeno è stato poi descritto per la medesima specie nel 2017 in un acquario del Queensland, Australia.

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