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Banda ultralarga in Piemonte, Colombero (Uncem): ‘Troppi ritardi, sindaci preoccupati e comunità senza rete’

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“Il Piano banda ultralarga in Piemonte è in ritardo. Ed è gravissimo. Non solo per il Campionato di calcio che non si vede, come già denunciato da Uncem. I Comuni, i Sindaci, non hanno certezza sui tempi dei lavori, dall’inizio al collaudo, non hanno informazioni rispetto al collaudo dove i lavori si sono apparentemente conclusi, non hanno informazioni relative a ‘come stanno insieme’ FWA e fibra, non hanno info da dare ai cittadini relative a costi e a chi, quale operatore, attiverà il servizio, non sanno perché la fibra arriva in un tombino sotto casa e come da lì si può fare richiesta affinché entri in casa, non sanno cosa dire agli Amministratori di condominio, non riescono a comprendere come si evolvono i Piani e i lavori lungo una stessa asta di valle. Molti Comuni hanno ricevuto proposte non certo “offerte”, da operatori telco, per portare la fibra negli uffici pubblici e nelle sedi della PA anche con 180 euro di costo mensile per ogni sede di abbonamento. Un po’ troppo direi. Un Comune in particolare avrebbe ricevuto una proposta con costo di attivazione della BUL negli uffici vicino ai mille euro una tantum. Aggiungo a questo i forti e permanenti malumori rispetto allo stato delle strade ove sono state scavate le minitrincee. Un problema non certo residuale”.

Così Roberto Colombero, Presidente Uncem Piemonte. La preoccupazione per i ritardi del Piano BUL in Piemonte è fortissima. La situazione è grave, con oltre due anni di ritardo sulla tabella di marcia iniziale. Solo 156 Comuni piemontesi, delle “aree bianche”, su oltre mille, hanno già il servizio attivo. In 275 si sta posando la fibra. La certezza sui tempi non c’è. E i cittadini non sanno quando potranno collegarsi: anche quando viene effettuato positivamente il collaudo dei lavori, nessuno della comunità e delle Amministrazioni locali ne viene a conoscenza. E così gli allacciamenti alla fibra, da parte dei cittadini, non vengono effettuati. La fibra non arriva dunque nelle case, ma quella che doveva essere FTTH del Piano BUL pagato da fondi pubblici, arriva nei pozzetti. E chi vuole, chi lo sa, deve chiedere un ulteriore allacciamento.

“Occorre capire dove si è arrivati con l’attuale Piano e dove si dovrà arrivare con il nuovo Piano – evidenzia Colombero – Quello cioé del PNRR che, come scrive la scheda della Componente, raggiungerà le case sparse. E dovrà essere attuato parallelamente al 5G. Non vi nascondo che i Sindaci difficilmente si orientano in mezzo a queste situazioni, tra carenza di informazioni e oggettiva difficoltà a capire termini, piani, scelte e poi a trasferirle ai cittadini (e ai turisti) che bussano alla loro porta. Non possiamo in alcun modo lasciarli con “il cerino in mano”.

Vi è l’immediata necessità di chiarezza. “Intrecciando – prosegue il Presidente Uncem – le vicende legate alla telefonia mobile, al Piano BUL per i dati, alla TV che non si vede in troppi territori e che avrà il cambio di frequenze, pericolosissimo nelle nostre Valli, ma di cui nessuno parla. Aggiungete la necessità di capire come si muove il Piano BUL, e di come si muovono parallelamente gli operatori privati di FWA, a oggi tra le poche salvezze per chi vive e si sposta nelle valli. Ma di certo, con tutte le risorse pubbliche, nostre, investite dal Piano BUL, nessuno può permettere e consentire che questo fallisca. Ci crediamo fortemente e dobbiamo agevolare il lavoro, le conoscenze, le consapevolezze dei Sindaci. Serge urgente chiarezza”.

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