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Cronaca

SeNonOraQuando?: sospendere rimpatri e aprire canali umanitari per chi è in fuga dall’Afghanistan

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Le donne del Coordinamento nazionale dei Comitati di SeNonOraQuando?, preoccupate della situazione in Afghanistan, hanno inviato questa lettera a tutti i gruppi parlamentari di Camera e Senato, al Governo italiano e agli e alle europarlamentari per sollecitare una tempestiva presa di posizione dell’Italia per tutelare i diritti umani di tutte le persone e in particolare delle donne afgane ancora più compromessi in queste ore.

Come donne italiane che hanno a cuore e si battono per i diritti delle donne, siamo estremamente preoccupate per la minaccia che l’offensiva dei talebani, ampiamente prevedibile con il ritiro delle truppe americane e della NATO dall’Afghanistan, rappresenta per i diritti democratici della popolazione afgana ed in particolare i diritti delle donne afgane all’autodeterminazione.
Riteniamo che l’arretramento dei diritti delle donne afgane, si collochi in un contesto più ampio di rischio di arretramento dei diritti di tutte le donne e della comunità LGBTI come possiamo vedere nella stessa Europa in paesi come la Polonia e l’Ungheria, dove nel nome della protezione dei valori della famiglia tradizionale patriarcale vengono compressi i diritti delle singole persone e dove sotto il pretesto del rispetto della diversità culturale, vengono accettate tacitamente regole lesive dell’autodeterminazione degli individui, in particolare delle donne.
Facciamo appello al Governo e ai/alle parlamentari in Italia ed in Europa perché venga assunta una presa di posizione del Governo italiano e dell’Europa e si richieda:
-che non vengano fatti accordi in cui i diritti delle donne diventino merce di scambio;
-la sospensione dei rimpatri forzati in paesi dove non sono garantite le libertà democratiche;
-l’apertura di canali umanitari per accogliere e dare protezione alle persone che non sentono garantita la loro sicurezza in Afghanistan.

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