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L’appello di Confagricoltura Piemonte: “Sfruttare nel migliore dei modi l’occasione del Recovery Plan per rinnovare la rete idrica e quella irrigua”

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Confagricoltura Piemonte segnala che a causa dell’andamento stagionale particolarmente caldo e siccitoso in alcune aree del Piemonte e della provincia di Cuneo sono significativamente aumentate le irrigazioni di soccorso alle coltivazioni. Le colture maggiormente sottoposte a stress idrico – spiegano i tecnici di Confagricoltura – sono mais, pomodoro, soia, sorgo, orticole, barbabietola, prati stabili e avvicendati, trifogli, medicai ed erbai, sorgo, fagioli e ortaggi in pieno campo, fruttiferi, fragole rifiorenti e piccoli frutti.

“L’acqua – sottolinea il presidente di Confagricoltura Piemonte e Cuneo, Enrico Allasia – è un bene prezioso che va utilizzato in modo responsabile. L’agricoltura negli ultimi decenni ha ridotto di quasi il 30% il consumo idrico, impegnandosi ad adottare modelli sostenibili di gestione, quali l’irrigazione di precisione. Oggi dobbiamo ristrutturare con urgenza le reti idriche e creare nuovi invasi: nel nostro Paese, infatti, solo l’11% dell’acqua piovana viene trattenuta”.

Per Confagricoltura è necessario ripristinare e rinnovare una rete infrastrutturale vecchia, con un tasso di dispersione elevato, senza dimenticare l’importanza di migliorare l’utilizzo delle acque reflue, che è una delle sfide più importanti dell’economia circolare.

“Dobbiamo sfruttare nel migliore dei modi l’occasione del Recovery Plan – chiarisce il direttore di Confagricoltura Piemonte Ercole Zuccaro – per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici, realizzando le infrastrutture necessarie a gestire la risorsa acqua, tenendo presente che nei prossimi anni l’aumento delle temperature aggraverà ulteriormente la carenza idrica”.

Confagricoltura precisa che il settore primario è quello che più risentirà della siccità e per questo diventa sempre più importante riuscire ad accumulare l’acqua piovana, per poterla utilizzare nei momenti di carenza. Occorre distinguere fra l’acqua prelevata e l’effettivo consumo: quello primario è l’unico settore economico che produce rispettando la risorsa idrica, perché quella impiegata nell’uso irriguo – ricorda Confagricoltura – non fuoriesce dal ciclo idrologico naturale ma viene restituita al sistema ambientale, a valle dei processi produttivi.

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