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Nosiglia: perchè ho chiesto al Sermig di gestire Superga

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“I Padri dell’Ordine dei Servi di Maria hanno deciso di lasciare il servizio nella chiesa della basilica di Superga. Hanno svolto un positivo lavoro di celebrazioni e di accoglienza dei numerosi gruppi di turisti e dei devoti della Madonna delle Grazie che salivano qui per contemplare il bel panorama, visitare il museo e salire sulla cupola, fermarsi dinanzi alla lapide che ricorda la tragedia del Grande Torino e recarsi tra le tombe dei reali di casa Savoia. La basilica di Superga rappresenta per tutti i torinesi un punto di riferimento molto importante e frequentato.

Ho pensato a lungo su chi poteva gestire tale complesso e mi sono rivolto al Sermig. Ritengo, infatti, che possa assumere tale impegno e promuovere un utilizzo della Chiesa come degli edifici che la circondano con una capacità di servizio culturale, umano e religioso insieme. Il Sermig ha già sei preti, da me ordinati e incardinati nella diocesi di Torino, che svolgono il loro ministero con grande qualità. Essi sono ricchi di prospettive e idee positive; basta guardare come vivono nelle parrocchie e nelle missioni dove è attivo e presente il Sermig. Ho ritenuto giusto e doveroso mantenere un soggetto torinese per gestire questa basilica patrimonio della città e del territorio. La presenza e gestione del Sermig è anche un bel segnale per tutta la cittadinanza e istituzioni che hanno accolto questa scelta e disponibilità con grande entusiasmo ringraziando la diocesi e il Sermig.

Sono certo che il Sermig gestirà il complesso di Superga con grande responsabilità, promuovendone lo sviluppo e accogliendo con gioia tutte le persone che frequentano questo sito. Sono.anche certo che il Sermig, mantenendo e sviluppando la specificità del luogo, aprirà anche molto ai giovani e ai poveri che potranno così usufruirne con le modalità umane, culturali e spirituali proprie del Sermig. Grazie dunque a Ernesto, ai suoi sacerdoti e laici! Il mio augurio è che Superga ritorni ad essere un polo attrattivo per tutta la cittadinanza di Torino, per coloro che ne onorano i caduti e per i turisti e abitanti della città che amano questa collina e ne fanno un punto di riferimento significativo e importante da sostenere e promuovere.”

Mons. Cesare Nosiglia

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