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“Il Vaccino rende liberi”, polemica per il fotomontaggio con Auschwitz del vicesindaco no vax nell’alessandrino

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E’ polemica per il post pubblicato su Facebook da Riccardo Blengio, vice sindaco del Comune di Bistagno, in provincia di Alessandria, raffigurante il cancello del campo di concentramento di Auschwitz recante la scritta “il vaccino rende liberi”, al posto di quella originale “il lavoro rende liberi”.

“Sono profondamente indignato – spiega il Consigliere regionale del Partito Democratico, Domenico Ravetti –  di fronte al post pubblicato dal vice sindaco del Comune di Bistagno che per esprimere un pensiero No Vax ha utilizzato l’immagine dell’ingresso di un campo di concentramento con la scritta “Il Vaccino rende liberi”, una fotografia che rappresenta un’offesa a tutte le vittime dell’Olocausto”.

“Inoltre – conclude Ravetti – con questo post il vice sindaco di Bistagno sottopone ad un’inaccettabile paragone tutti coloro che si sono impegnati nella campagna vaccinale e i cittadini che hanno scelto, sottoponendosi all’inoculazione anti Covid-19, di difendere la propria salute e quella degli altri. Valuti l’interessato le proprie dimissioni!”.

Per contro Riccardo Blengio si difende:

Recentemente qualcuno ha pensato bene di sollevare polemiche sul fotomontaggio che ho condiviso raffigurante il cancello del campo di concentramento di Auschwitz recante la scritta “il vaccino rende liberi”, al posto di quella originale “il lavoro rende liberi”.

 

L’intento era ovvio: far notare che le attuali intenzioni dei governi europei riguardo all’obbligo di Green pass (“lasciapassare”, se lo si vuole chiamare in italiano), con relativa discriminazione dei non vaccinati relegati al ruolo di cittadini di serie “B”, sono criminali.
Hanno creato un clima infame, da caccia alle streghe, in cui chi legittimamente sceglie di non vaccinarsi viene criminalizzato e denigrato. “Caccia ai non vaccinati” titolava questa mattina Repubblica, fomentando l’odio sociale verso chi, con le più disparate motivazioni, pone in essere un comportamento legittimo (i.e. non punito dalla legge).

Purtroppo da questo post (che ovviamente non ho cancellato, come erroneamente riportato. Ho semplicemente modificato la privacy di tutti i post per il motivo che mi appresto a spiegare) è partita una campagna diffamatoria nei miei confronti che ha coinvolto, oltre ai soliti relitti della politica locale, anche importanti esponenti di partiti che pur avendo ottenuto alle ultime elezioni percentuali da prefisso telefonico occupano posti di spicco nei governi dell’Era Covid, arrivando a chiedere le mie dimissioni o -in alternativa- al sindaco di revocarmi deleghe e ruolo da vice sindaco.

 

Ebbene, se questi stessi esponenti che hanno costruito carriere politiche sulla retorica della Resistenza e dell’antifascismo non si accorgono di cio che sta accadendo: ossia di come si stia discriminando e criminalizzando chi dissente; se non si accorgono di quanto i diritti costituzionalmente garantiti siano e siano stati compressi spesso ingiustificatamente nell’ultimo anno e mezzo; se non si accorgono del clima di totalitarismo che si respira, in cui media, governo, amministratori locali suonano all’unisono a prescindere dallo schieramento politico di appartenenza lasciando intendere che comunque è necessario e auspicabile l’introduzione di un “lasciapassare” per godere dei propri diritti fondamentali sono quanto meno disattenti; ma se gli stessi accusano me, che sollevo la questione e che da marzo dell’anno scorso critico le misure liberticide, di essere “fascista” o “nazista” sono sicuramente in malafede.

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