Cittadini
I giornalisti del Piemonte manifestano in piazza Carignano a Torino
Sabato 19 giugno alle ore 16.00 l’Associazione Stampa Subalpina , il sindacato dei giornalisti del Piemonte ha organizzato in Piazza Carignano a Torino una manifestazione dal titolo: ” Io sto con i giornalisti e con le giornaliste”.
In piazza, tra la gente, per coinvolgere nelle nostre battaglie la società tutta. Perché – come ha sottolineato lo stesso Presidente Mattarella pochi giorni fa, riprendendo una frase di De Gregori – “la storia siamo noi nessuno si senta escluso”
I nostri problemi sono quelli di moltissime altre categorie di lavoratori, ma nessuno li conosce se non la categoria stessa. Per troppo tempo non abbiamo voluto e saputo fare uscire con forza la nostra voce, adesso non è più tempo di ritrosia e silenzio.
Dobbiamo entrare con vigore nel dibattito pubblico, perché le nostre difficoltà hanno un’incidenza fondamentale sulla tenuta democratica del nostro Paese, sceso alla 41a posizione mondiale nella classifica della libertà di stampa.
Tre le questioni urgenti che il Governo deve affrontare subito, senza altri rinvii e contemporaneamente, poiché si tengono insieme e non sopravvivono una staccata dall’altra, in una circolarità giottiana.
INPGI: la cassa di previdenza dei giornalisti italiani il 30 giugno verrà commissariata se non verranno ascoltate, e incluse in un disegno di legge, le riforme che garantirebbero una sostenibilità economica ai pagamenti delle pensioni, presenti e future, e gli ammortizzatori sociali ai giornalisti.
EQUO COMPENSO: sbloccare la legge che giace da anni nei cassetti dei vari Ministeri, per dare dignità al lavoro e senso del rispetto ai giornalisti senza contratto, agli autonomi per obbligo, ai freelance per imposizione del mercato, ai riders e ai braccianti dell’informazione senza diritti e con tanti doveri per sopravvivere.
QUERELE BAVAGLIO E ABOLIZIONE DEL CARCERE: in Italia esiste ancora la legge che “accompagna” i giornalisti in carcere per il reato di diffamazione a mezzo stampa. Ma negli anni è cresciuta un’altra misura, che cerca di far tacere la voce dell’informazione libera e dell’inchiesta giornalistica: le querele chiamiamole impropriamente “monetarie”, cioè richieste di risarcimento a colpi di 50-100-200 mila euro. Questo mentre sempre in Italia nell’ultimo anno sono stati oltre 20 i colleghi giornalisti sotto scorta.
In piazza, davanti al primo Parlamento italiano, le Giornaliste e i Giornalisti tutti non gridano, cercano solidarietà dalla società civile e sostegno concreto dagli onorevoli e senatori dell’arco costituzionale. Senza informazione e senza giornaliste e giornalisti l’Italia smarrisce il senso d’identità per cui i nostri antenati hanno offerto la vita e i padri costituenti hanno scritto la strada da seguire per continuare ad essere un popolo libero.
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