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Extracomunitari in attesa di soggiorno sfruttati per confezionare pennarelli, 5 arresti a Torino

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Cinque persone sono state arrestate in un’operazione congiunta Guardia di Finanza e Carabinieri, che ha portato anche al  sequestro di beni per oltre 85mila euro. L’operazione, scattata all’alba tra Mappano e la Sardegna, in particolare la provincia di Cagliari, si chiama “Marco Polo”. Le accuse sono di associazione a delinquere, sfruttamento del lavoro e reati fiscali di emissione ed utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti.

Le indagini sono iniziate all’inizio del 2019, quando gli uomini dell’ispettorato del lavoro di Torino effettuarono un controllo a seguito della denuncia di alcuni cittadini extracomunitari richiedenti asilo, che lamentavano condizioni di sfruttamento lavorativo come dipendenti di un’azienda di Torino che si occupava del confezionamento di pennarelli e penne.

Si scoprì che due degli indagati risultavano amministratori di una società di Torino che aveva stipulato contratti di fornitura di servizi per il confezionamento di scatole di pennarelli, penne e matite, con due diverse società committenti. In particolare, la società affidataria dei lavori, non disponendo di lavoratori dipendenti, poteva vantare un DURC regolare.

In realtà, i lavori venivano subappaltati ad altre imprese amministrate da familiari, i quali provvedevano ad assumere formalmente i lavoratori che dovevano occuparsi del confezionamento.

Agli oltre 40 lavoratori individuati, tutti extracomunitari e in attesa del rilascio del permesso di soggiorno/protezione internazionale, veniva corrisposta in maniera reiterata una retribuzione palesemente difforme dai contratti collettivi nazionali, sproporzionata rispetto alla quantità del lavoro prestato (a fronte di 10 ore di lavoro quotidianamente svolte, senza peraltro fruire di riposi settimanali, venivano riconosciute retribuzioni da 350 ad un massimo di 600 euro mensili, e comunque in base ai confezionamenti effettuati giornalmente), in violazione dei diritti garantiti e delle norme in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, approfittando del loro stato di bisogno.

Le indagini economico-finanziarie svolte dai Finanzieri di Torino hanno inoltre consentito di individuare i reati tributari contestati a carico degli organizzatori del sistema illecito, mediante l’emissione e l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. Queste condotte consentivano sia di praticare prezzi concorrenziali, sia di perseguire connesse logiche di evasione fiscale, facendo figurare costi fittizi legati a prestazioni formalmente affidate in sub-appalto ma in realtà facenti capo unitariamente agli stessi associati. Il profitto di tali reati è stato quantificato in oltre 85mila euro e per tale importo l’Autorità Giudiziaria ha disposto sequestri su denaro e beni nella disponibilità degli indagati.

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