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Enogastronomia

Vino, Coldiretti Novara – Vco e Vercelli – Biella denunciano: “Bruxelles vuole permettere di annacquare il vino”

Vincenzo Spinello

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Togliere l’alcol dal vino aggiungendo acqua: sarebbe l’ultima proposta di Bruxelles per il settore enologico, dopo il precedente tentativo di attacco l’idea di introdurre etichette allarmistiche per scoraggiarne il consumo previste nella Comunicazione sul “Piano d’azione per migliorare la salute dei cittadini europei”.
E’ quanto afferma la Coldiretti nello svelare i contenuti del documento della Presidenza del Consiglio dei Ministri Ue in cui viene affrontata la pratica della dealcolazione parziale e totale dei vini. La proposta prevede di autorizzare nell’ambito delle pratiche enologiche l’eliminazione totale o parziale dell’alcol con la possibilità di aggiungere acqua, anche nei vini a denominazione di origine.

Questa possibilità farebbe sì che possa essere chiamato ‘vino’ un prodotto in cui sono state del tutto compromesse le caratteristiche di naturalità, per effetto di un trattamento invasivo che interviene nel secolare processo di trasformazione dell’uva in mosto e quindi in vino, evidenziano Sara Baudo presidente di Coldiretti Novara – Vco e Paolo Dellarole, presidente di Coldiretti Vercelli – Biella. Si tratta di una proposta assurda, un vero e proprio inganno legalizzato per i consumatori, che si ritroverebbero a pagare l’acqua come il vino. L’introduzione della dealcolazione parziale e totale come nuove pratica enologica rappresenta un grosso rischio, oltre ad un precedente pericolosissimo che metterebbe fortemente a rischio l’identità del vino italiano e europeo, anche perché la definizione “naturale” e legale del vino vigente in Europa prevede il divieto di aggiungere acqua. Dal punto di vista commerciale è poi una minaccia al comparto vitivinicolo piemontese che conta 14 mila imprese, 43 mila ettari di superficie vitata e vanta 42 Doc e 17 Docg, anche per le produzioni dei nostri territori, le cui vendite hanno subìto un calo a causa della chiusura del canale della ristorazione, oltre che della diminuzione dell’export”.

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