Lavoro
Sono tornati a salire gli infortuni sul lavoro da Covid in Piemonte
Il 15esimo report della Consulenza statistico attuariale Inail registra in Piemonte un’inversione di tendenza: il trend degli infortuni da Covid-19, che fino a febbraio era stato in forte discesa (3.468 denunce a dicembre 2020; 1.735 a gennaio 2021; 825 a febbraio 2021) mostra una risalita nel mese di marzo con 1.028 denunce di nuovi contagi (203 in più rispetto al mese precedente). Diventano così 22.452 i casi rilevati dal 1° gennaio 2020 al 31 marzo 2021, pari al 13,6% delle denunce registrate a livello nazionale (165.528). In regione i casi mortali salgono a 47 (+2 rispetto al monitoraggio precedente), pari all’8,5% dei decessi da Covid registrati in Italia (551).
Dati regionali in linea con quelli nazionali. “Rispetto alla rilevazione Inail di febbraio il mese di marzo ha visto un aumento di contagi professionali (203 casi in più rispetto all’ultimo monitoraggio, pari a oltre il 20%) che rispecchia in parte l’incremento, pari a oltre il 60%, dei contagi generali registrati nello stesso periodo in Piemonte, dove si è passati dai 24.037 casi del mese di febbraio ai 62.146 di marzo” commenta Giovanni Asaro, Direttore regionale Inail. “Tuttavia – aggiunge Asaro – l’analisi nella regione per mese di evento mostra un andamento dei contagi professionali quasi simile a quello medio nazionale, con incidenze maggiori nei mesi di aprile e novembre 2020 (in particolare a novembre si è raggiunto il picco dei contagi con il 26,9% delle 22.452 denunce pervenute da inizio pandemia). Viceversa si sono registrate incidenze addirittura inferiori alle medie nazionali a partire da dicembre 2020 (negli ultimi quattro mesi complessivamente 21,3% dei casi rispetto al 27,7% dell’Italia)”. Questo quadro dei contagi professionali, rapportato con i dati dei contagi generali occorsi in Piemonte, conferma che, grazie all’utilizzo di corrette procedure di sicurezza e di dispositivi di protezione contro il virus e alle vaccinazioni cui finora si sono sottoposti i lavoratori, i luoghi di lavoro sono stati maggiormente tutelati dal rischio di contagio rispetto alla prima ondata e al periodo ottobre-dicembre 2020”.
Il Piemonte resta la seconda regione più colpita dai contagi. Il Piemonte con il 13,6% dei casi totali risulta ancora al secondo posto tra le regioni più colpite dal contagio, dopo la Lombardia (26,0%). Seguono il Veneto (10,7%), l’Emilia Romagna (8,3%), e il Lazio (6,3%).
Per i casi mortali il Piemonte scala dal terzo al quarto posto, con una percentuale dei decessi da Covid registrati a livello nazionale che scende dal 9,0% di febbraio all’8,5% di marzo, preceduto dalla Lombardia (31,8% dei casi totali), dalla Campania (11,1%) e dal Lazio (8,9%).
Tra le province italiane con il maggior numero di contagi da inizio pandemia il primato negativo spetta sempre a Milano, con il 9,9% del totale delle denunce, Torino è la seconda (7,2%) seguita da Roma (4,9%), Napoli (3,8 %), Brescia e Varese (2,6%). Nel mese di marzo 2021 Torino è la provincia che registra il maggior numero di contagi professionali (667, 196 in più rispetto a febbraio) seguita da Roma, Milano, Napoli, Cuneo, Genova e Varese.
Per quanto riguarda invece i decessi da Covid contratto sul lavoro da inizio pandemia, Torino si attesta sulla percentuale del 3,8% e, con 2 decessi in più rispetto al monitoraggio precedente, rimane alla quinta posizione, preceduta nell’ordine da Bergamo (8,7%), Milano (8,3%), Napoli e Roma (entrambe 7,1%), Brescia (4,9%).
Oltre la metà delle denunce del Piemonte concentrata in provincia di Torino. L’aumento delle denunce relativo al mese di marzo ha riguardato tutte le province della regione, ma in particolare in termini sia assoluti che relativi Torino. Analizzando nel dettaglio la situazione infatti emerge che nel periodo 1° gennaio 2020 – 31 marzo 2021 è sempre nella provincia di Torino che si concentra oltre la metà delle denunce: 11.856, pari al 52,8% dei casi del Piemonte (667 casi in più rispetto all’ultima rilevazione mensile, con una variazione del +6% rispetto a febbraio). Seguono la provincia di Cuneo (3.161 casi totali, 119 casi in più rispetto all’ultima rilevazione), quella di Alessandria, 2.206 denunce (85 in più rispetto a febbraio), di Novara (1.782 casi, 67 in più del mese scorso). Nell’Astigiano da inizio pandemia le denunce sono 1.231 (34 casi in più rispetto a febbraio); nel Verbano-cusio-ossola 897 (12 in più); nel Vercellese 772 (22 denunce in più); chiude la graduatoria sempre il Biellese con 547 denunce dal 1° gennaio 2020 al 31 marzo (22 in più rispetto all’ultima rilevazione).
Dei 2 decessi registrati nel mese di marzo uno è riferibile alla provincia di Torino che passa da 20 a 21 casi mortali (periodo 1° gennaio 2020 – 31 marzo 2021) e uno alla provincia di Alessandria che passa da 12 a 13 decessi da inizio pandemia.
Il maggior numero di casi sempre nel settore della sanità e assistenza sociale. Rimangono stabili le percentuali che emergono dall’analisi per attività economica. Nell’ambito della gestione assicurativa dell’Industria e servizi dove si concentra la maggioranza dei casi (99,0%), l’82,4% delle denunce codificate per settore di attività economica (Ateco) riguarda ospedali, case di cura e di riposo, istituti, cliniche, policlinici universitari, residenze per anziani e disabili del settore “Sanità e assistenza sociale” (61,7% delle denunce) e organi preposti alla sanità, come le Asl (20,7%).
Il settore “Noleggio e servizi alle imprese” registra il 5,7% delle denunce codificate, in particolare le attività di ricerca e fornitura del personale con il 47,0% dei casi e di supporto alle imprese 37,8%. Tra i più colpiti sempre gli addetti alle pulizie e i lavoratori interinali “prestati” a svariate attività e professionalità (comprese quelle di natura sanitaria e di pulizia). Nel settore dei Servizi di alloggio e ristorazione, presente con il 3,1% delle denunce, secondo l’ultimo report i più colpiti (82,7% dei casi) sono i lavoratori impiegati nella ristorazione.
La gestione per conto dello Stato (amministrazioni centrali dello Stato, scuole e università statali) conta lo 0,9% dei casi registrati; l’Agricoltura riporta sempre lo 0,1% delle denunce.
Infermieri, operatori sanitari e medici le professioni più colpite. L’analisi per professione evidenzia sempre la categoria dei tecnici della salute (infermieri, fisioterapisti ecc.) come quella più coinvolta da contagi, con il 37,7% delle denunce complessive, il 78,1% delle quali relative a infermieri mentre il 6,7% riguarda assistenti sanitari e il 3,8% fisioterapisti.
Seguono le professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali (27,5% delle denunce complessive, di queste il 99,7% riguardano gli operatori socio-sanitari); i medici (8,2%); le professioni qualificate nei servizi personali e assimilati con il 5,4% delle denunce (di queste l’83,1% provengono da operatori socioassistenziali, il 4,7% sono assistenti socio-sanitari) e con il 4,4% delle denunce il personale non qualificato nei servizi di istruzione e sanitari, come ausiliari, portantini e barellieri (di queste il 73,1% sono di ausiliari ospedalieri, il 14,3% di ausiliari sanitari e portantini e il 7,3% di inservienti in case di riposo).
Per quanto riguarda i decessi, il 23% dei casi codificati è riferibile al settore della Sanità e assistenza sociale, i più colpiti medici, infermieri e operatori sanitari.
Quattro contagiati su 10 nella fascia di età 50-64 anni. Stabile la ripartizione delle denunce per classe di età e genere: il 43,3% dei casi denunciati è concentrato nella fascia di età 50-64 anni, seguita da quella 35-49 anni (36,8%) e 18-34 (18,1%). Il 76,6% dei contagiati sono donne e il 23,4% uomini: il Piemonte si conferma così come la prima grande regione con la maggior percentuale di lavoratrici colpite dal virus, preceduta dalla Valle d’Aosta e dalla Provincia autonoma di Trento che presentano rispettivamente il 77,9% e il 77,4% di donne contagiate sul lavoro da inizio pandemia.
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