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Cronaca

Roberto Rosso al suo processo: elezioni e campagne elettorali sono state la mia droga

Redazione Quotidiano Piemontese

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“Sono affetto della sindrome bipolare e alterno momenti up a quelli down e nei momenti di euforia elezioni e campagne elettorali erano la mia droga”.

E’ iniziato con questa clamorosa dichiarazione spontanea, l’interrogatorio dell’ex politico piemontese Roberto Rosso che poi si é sottoposto alle domande del pm Paolo Toso durante il processo ‘Fenice-Carminius’ sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta nel torinese.

Secondo l’accusa Rosso avrebbe avuto contatti con individui legati alle cosche calabresi, che avrebbero chiesto il pagamento di 15 mila euro in cambio di un pacchetto di voti per le elezioni regionali del 2018. Arrestato nel dicembre 2019, Rosso è accusato di voto di scambio politico-mafioso e ora agli arresti domiciliari.
La linea difensiva di Rosso é chiara: “Ho letto e riletto le ordinanze in cui mi si accusa e da un anno e mezzo mi chiedo come possa essere finito in una situazione del genere Durante l’interrogatorio ero uscito con una battuta infelice: sarò da perizia psichiatrica. Grazie al percorso di psicoterapia che da quel momento il tribunale mi ha concesso di fare, ho capito che sono affetto da disturbo bipolare.
Io non ho pagato 15 mila euro e non ho mai pagato per pacchetti di voti. Mi chiedo ancora oggi come io sia finito dentro questa vicenda. Ho messo il mio numero ovunque, tanto che ricevevo centinaia di chiamate ogni giorno. Dai professionisti e manager che conoscevo i voti li prendevo già da solo. Avevo i miei voti, non avevo bisogno di comprarli”.

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