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La Curia piemontese si mette a disposizione per aiutare le persone dipendenti dal gioco d’azzardo

Vincenzo Spinello

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Sulla questione della legge regionale sul gioco d’azzardo che ha visto la maggioranza spaccarsi e i sindacati esporsi anche la curia piemontese è intervenuta sul tema. Fin dal 2010 la chiesa piemontese si è occupata delle conseguenze che il gioco d’azzardo patologico ha riversato sulle persone. In tempi di forte crisi come gli attuali il ricorso al gioco è attività presente e, talora, in aumento grazie anche alla possibilità dell’utilizzo degli strumenti informatici. Lo rilevano le Caritas e le Fondazioni Antiusura soprattutto rispetto a fasce di popolazione anziana, ma sempre più anche di giovani o di persone a basso reddito o in grave emarginazione.

La richiesta da parte delle commissioni regionali della Caritas, Pastorale della Salute e Pastorale Sociale e del Lavoro sono di rinnovare la richiesta di mantenere ed accrescere un insieme di attenzioni educative e di sviluppo, garantito da un buon modello legislativo, capace di sostenere e proteggere i soggetti più facilmente esposti all’inganno dell’azzardo, di costruire reti comunitarie che superino la solitudine delle persone, di indirizzare le scelte collettive verso il rispetto pieno della dignità delle persone che il gioco spesso non consente.
In situazioni di forte crisi del comparto economico ma anche di grandi opportunità di rilancio la curia ritiene utile concentrarsi congiuntamente sulla protezione delle fasce a rischio e sulla promozione di forme alternative di lavoro che possano assorbire gli operatori del comparto convertendone gli obiettivi economici senza metterli in contrasto con quelli etici e sociali.

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