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Pro-vita nei consultori, a Torino tutti contro la decisione della Regione

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A Torino si è scatenta l’inevitabile alzata di scudi contro la decisione della Regione Piemonte di inserire esponenti delle associazioni pro-vita nei consultori.

“A meno di tre giorni dall’8 marzo, in Piemonte sembra riaffacciarsi il delirio oscurantista e ideologico dell’Assessore regionale Maurizio Marrone – scrive la sindaca Chiara Appendino – Se pensa di calpestare anni di lotte per i diritti delle donne probabilmente ha sbagliato Regione. Sicuramente ha sbagliato Città.”

Sulla stessa linea l’assessore Marco Giusta, che scrive:

“Apprendo da fonti stampa che un arriva dalla Regione Piemonte un nuovo attacco alla 194, a pochi giorni dalla presa di parola delle realtà di Più di 194 voci. Pare che la Regione voglia finanziare le organizzazioni di volontariato e le associazioni di promozione sociale che abbiano la “presenza nello statuto della finalità di tutela della vita fin dal concepimento”. Ve la ricordate? Io sì, era quella stessa follia che aveva portato il mondo delle donne, le realtà migranti e il mondo lgbt a scendere in piazza per quella grande manifestazione che si chiamava I Diritti sono il nostro Pride nel 2010. Lo fermammo una volta, non ho dubbi che si riuscirà a fermarlo anche questa.”

Secchi no arrivano anche dalle file Pd e Leu.

Chiara Foglietta è categorica:

“Le ASL hanno ricevuto le indicazioni per avviare progetti con le associazioni anti-abortiste.
La Regione Piemonte ha così iniziato un percorso che ci riporta indietro anni luce e tenta nuovamente di minare l’autodeterminazione della donna. In un momento di massima fragilità, invece di essere supportata dalle strutture competenti con approccio totalmente laico – che guardi innanzitutto alla salvaguardia della salute -, la donna si trova di fronte personale esterno mosso da principi che mirano a colpevolizzare una scelta, andando a interferire sulla sua libertà.
Non è la prima volta che una giunta di destra tenta di mettere le mani su un tema tanto delicato, sfruttandolo per la propria becera propaganda politica.
Lo fece Cota e fu bloccato dal Tar.
Oggi arriva una formulazione differente, ma che sortisce lo stesso effetto.
Il lupo perde il pelo ma non il vizio, a quanto pare. E c’è chi – come l’assessore Maurizio Marrone, campione di oscurantismo – fa post entusiastici e si erge a paladino della difesa della vita.
“Dalla parte della vita”. Come se fosse una questione di parte, e non una questione di libertà.”

Come pure Chiara Gribaudo:

“La decisione della regione Piemonte di privilegiare le associazioni pro-vita nell’accesso ai consultori è gravissima e viola i diritti delle donne alla propria autodeterminazione.
Di fronte ad una scelta difficile come quella dell’aborto le donne hanno bisogno di un sostegno imparziale: mettere i pro vita nei consultori è come privilegiare le assunzioni dei medici obiettori di coscienza.
La posizione dell’assessore Marrone è vergognosa e nasconde una mentalità patriarcale e misogina.
Il governo deve intervenire per garantire a tutte le donne, in tutte le regioni, il diritto alla libera scelta.”

Ora si attendono evoluzioni sull questione

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