Cultura
Baricco: le misure anti Covid stanno uccidendo l’uomo, c’era un’alternativa?
Alessandro Baricco, scrittore torinese, fondatore della scuola Holden, ha pubblicato su Il Post un’interessante riflessione sulla situazione in cui stiamo vivendo ormai da un anno a causa della pandemia da Coronavius.
Baricco prova ad analizzare le conseguenze che le misure anti diffusione del virus stanno avendo sugli uomini e sui più giovani.
“Ciò che sta succedendo – scrive Baricco – è che umani capaci di vivere non lo fanno più. Non viaggiano, restano a casa, lavorano senza incontrarsi, non si toccano, non si occupano dei loro corpi, conservano pochissime amicizie e al massimo un amore; da tempo riservano al solo ambiente famigliare, notoriamente tossico, gesti come abbracciarsi, lasciarsi guardare in faccia, dividere il pane; disponendo di artisti capaci di generare emozione e bellezza, non li incontrano più; possiedono bellissime opere d’arte ma non le vanno a vedere, e musica raffinatissima che non vanno ad ascoltare; non mandano più i figli a scuola, e d’altronde neanche a fare sport, feste e gite; non escono dopo il tramonto, quando è festa si chiudono in casa.”
E ancora la perdita di gesti imprtanti a cui eravam abituati: “Stanno dimenticando, a furia di non farli, gesti che ritenevano importanti, o quanto meno graziosi: applaudire, urlare, andare lontano, insegnare girando tra i banchi, limonare con qualcuno per la prima volta, andare dai nonni, suonare uno strumento per un pubblico, discutere con gente di cui puoi sentire l’odore, ballare, fare una valigia, andare a sposarsi accompagnati da tutti quelli che ti vogliono bene, giocare a bowling, scambiarsi il segno della pace a Messa, uscire da casa senza sapere ancora dove andare, camminare in montagna, respirare nel buio di un cinema, tenere la mano a qualcuno che muore.”
Ma la riflessione di Baricco non è fine a se stessa. Tutto questo era inevitabile?
“Per cercare un risposta, prendiamo un esempio circoscritto. Una decisione tra le altre. Chiudere le scuole. Mentre scrivo, ad esempio, in Piemonte, dove vivo, si sta decidendo di chiudere le scuole di ogni ordine e grado per le prossime tre settimane. Spiegazione: there is no alternative. Ma è vero? Più o meno credo di sapere la risposta: se costruisci la scuola in quel modo, se ti fidi di quella particolare comunità scientifica, se gestisci una Regione in quel modo, se disponi di un sistema sanitario fragile, se l’educazione ti sembra meno essenziale che la produzione del reddito, allora è vero: non c’è alternativa, devi chiudere.”
La conclusione, che vi invitiamo a leggere integralmente sul post originale, è che se per anni si prendono decisioni sbagliate “arriverà un momento in cui fare una cosa sbagliata sarà l’unica cosa giusta da fare”.
(Foto di Niccolò Caranti – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=11977240)
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