Cittadini
Procedura in chiusura in Piemonte per i rimborsi degli abbonamenti al trasporto pubblico locale del primo lockdown
“Come è noto, fin dall’emanazione del Decreto Legge n. 34 del 19 maggio 2020, in sede di Conferenza delle Regioni, abbiamo spesso sottolineato le difficoltà che potevano esserci in tema di rimborso degli abbonamenti non utilizzati.
Abbiamo dato linee guida piuttosto precise alle 65 aziende di trasporto piemontesi in modo che riuscissero ad avere un’uniformità di processo di rimborso su tutto il territorio. Ognuna ha dato comunicazione su tempi e modalità agli utenti attraverso i propri canali e ha raccolto le domande di rimborso, analizzandole e procedendo all’erogazione” – spiega l’assessore Marco Gabusi.
Il processo di rimborso sostanzialmente si sta concludendo, ma ci sono ancora alcuni casi, soprattutto relativi alle realtà più piccole, in cui deve ancora essere completato. Ed è probabilmente per questo motivo che ci sono ancora alcune segnalazioni; non sono molte, ma certamente sono importanti per gli utenti.
Per quanto riguarda GTT, che è il soggetto più corposo, da settembre 2020 sono pervenute all’azienda 58.509 richieste di rimborso per gli abbonamenti non utilizzati nel periodo di lockdown della primavera 2020. Il 100% delle richieste è stato vagliato e l’85%, ovvero 50.000 pratiche, sono state ritenute valide. Tutte queste 50.000 richieste hanno ricevuto il rimborso sotto forma di voucher da spendere entro 12 mesi per l’emissione di un nuovo abbonamento, per un valore medio pro capite di 53 euro e un valore complessivo di 2.664.187 euro.
Sono invece 1.408 le richieste annullate, poiché non rientravano nei parametri del rimborso e 7.101 quelle sospese, poiché richiedono ancora un approfondimento. In particolare, per quest’ultima categoria, 4.983 non ha ancora ricevuto il voucher poiché le richieste riguardano abbonati ‘non pendolari’ o situazioni particolari che devono ancora trovare una loro specifica modalità di rimborso. Si tratta, ad esempio, di studenti che hanno completato il ciclo di studi e che non rinnoveranno l’abbonamento o di persone che hanno cambiato o perso il lavoro e dunque non hanno più l’esigenza di acquistarne uno nuovo. Per questi casi è in corso un confronto per individuare una soluzione che possa soddisfare sia gli utenti sia l’azienda di trasporto. Sottolineo che sostanzialmente anche questo non sia stato normato dal governo. Accanto a questi, ci sono casi specifici da parte di altre aziende di trasporto, che sono stati risolti con interventi mirati in coordinamento con l’Agenzia della mobilità piemontese, che ha di fatto sovrainteso tutta l’operazione.
Per quanto riguarda il trasporto ferroviario, Trenitalia ha ricevuto ad oggi oltre 3.300 richieste di rimborso di abbonamenti per il Piemonte. Oltre il 90% delle richieste sono state trattate riconoscendo il rimborso praticamente a tutti. Trenitalia conferma che in alcuni casi è stato necessario richiedere successive integrazioni di documentazione da parte dei clienti, in seguito alle quali le richieste sono state evase.
Non è chiusa invece la partita per quel che riguarda gli abbonamenti non utilizzati dagli studenti dopo la chiusura delle scuole da ottobre a dicembre, che non è contemplata nel Decreto Legge, ma che deve comunque essere trattata con il Governo per quanto riguarda la normativa e i fondi. Naturalmente con l’insediamento di un nuovo Governo la Conferenza delle Regioni si premurerà di far presente anche questo lasso di tempo, sperando che non ce ne siano altri, dal momento che a quelle dei mesi autunnali potrebbe aggiungersi qualche settimana di fermo in primavera. L’irrigidimento di alcune misure in zona arancio o rossa potrebbe infatti provocare altri stop.
Poiché il precedente Governo si era detto aperto all’implementazione di nuove risorse, il tema del rimborso per i mesi autunnali è certamente da affrontare con il nuovo esecutivo per capire come sanare queste ‘piccole’ settimane. Dico ‘piccole’ poiché che dai nostri dati risulta che gli abbonamenti da settembre in poi sono stati pochi, dal momento che gli utenti erano coscienti della situazione instabile e non hanno acquistato molti abbonamenti.
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