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Vendemmia turistica, l’associazione nazionale Città del Vino apre le vigne di 460 comuni dopo l’esperienza albese

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Dopo il progetto pilota messo a punto dal Comune di Alba, l’associazione nazionale Città del Vino rilancia e prepara per l’estate 2021 la prima vendemmia turistica su scala nazionale, dal Piemonte alla Sicilia.

Lo scorso anno l’amministrazione albese ha voluto regolamentare la vendemmia turistica e didattica attraverso la stipula di un protocollo d’intesa con le principali associazioni agricole, l’Ispettorato del Lavoro e lo Spresal, servizio di prevenzione e sicurezza, poi adottato anche dalle province di Asti e Alessandria. Ora il progetto arriva sul tavolo dei sindaci di 460 comuni italiani a vocazione vitivinicola ed enoturistica, da Barolo, Città del Vino Italiana 2021, a Marsala (Trapani), passando per Conegliano (Treviso), Usini (Sassari), Montalcino (Siena), Suvereto (Livorno), Tollo (Chieti) e per tantissimi altri paesi-simbolo del vino italiano di qualità, riuniti nell’associazione nazionale Città del Vino.

Il protocollo qualifica la vendemmia turistica e didattica come attività integrativa e connaturata allo sviluppo turistico del territorio, inserita nell’ambito delle attività enoturistiche “ai sensi dell’art. 1 c. 502 della legge 27 dicembre 2017 n. 205 e del decreto del Ministero delle Politiche Agricole del 12 marzo 2019”. Si tratta, in sintesi, di attività non retribuita, ristretta a poche ore e non oltre l’arco della giornata, rivolta a un pubblico attento di turisti enogastronomici, legati al soggiorno nelle strutture ricettive del territorio oppure in visita giornaliera alle cantine.

L’operatore enoturistico dovrà garantire ambienti adeguatamente attrezzati per la tipologia di attività svolta, conformi agli strumenti urbanistici ed edilizi nonché alla normativa sulla sicurezza degli impianti, e dotarsi di assicurazione di responsabilità civile verso terzi per danni a cose e persone. Le operazioni di raccolta di uve e gestione di pratiche agricole si svolgeranno nel rispetto delle norme e discipline igienico-sanitarie e di sicurezza.

Negli ultimi anni sempre più enoappassionati hanno espresso il desiderio di poter vivere l’emozione del taglio dei grappoli e sperimentare uno dei momenti più importanti dietro alla nascita di un vino. Per offrire ai turisti di Langhe e Roero anche questa esperienza, il Comune di Alba ha deciso di farsi promotore di un protocollo che, con poche e semplici regole, potesse garantire sicurezza e rispetto delle normative – spiegano il sindaco di Alba Carlo Bo e il consigliere comunale con delega all’Agricoltura Mario Sandri -. E anche se la stagione turistica 2020 è stata profondamente segnata dalla pandemia, le prime richieste ufficiali non sono mancate e l’interesse da parte di visitatori e aziende vitivinicole è stato ampiamente confermato. Ringraziamo l’associazione Città del Vino, di cui siamo soci fondatori, per aver apprezzato la nostra iniziativa e averla voluta condividere con gli altri territori enologici italiani”.

Abbiamo deciso di allargare e promuovere questa buona pratica nei territori rurali ed enoturistici di tutta Italia, anche per lanciare un messaggio di speranza e ripartenza attraverso un’esperienza turistica originale e sicura, che guarda alla natura, agli spazi aperti e alla ricerca di benessere e qualità – commenta il presidente di Città del Vino, Floriano Zambon -. Il coinvolgimento dei vendemmiatori turistici avverrà nel rispetto delle norme stabilite nei protocolli, per poche ore e a carattere didattico ed esperienziale, senza incorrere in spiacevoli equivoci con le autorità preposte ai controlli sul lavoro. La vendemmia turistica può dare un nuovo impulso al settore, messo a dura prova dall’emergenza sanitaria, e che prima del Covid valeva oltre 2,6 miliardi di euro solo in Italia, grazie a un pubblico di enoturisti che nell’ultimo rapporto di Città del Vino abbiamo stimato in 14 milioni di persone”.

Foto di Alessandro Sgarito archivio fotografico Ente Turismo LMR

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