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A Torino riapre il Museo di Antropologia Criminale Cesare Lombroso, con una settimana di ingresso gratuito

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Da lunedì 8 febbraio sarà possibile ritornare a visitare il Polo museale del Palazzo degli Istituti anatomici. I musei saranno aperti, come da disposizioni DPCM, dal lunedì al venerdì (con orario 10:00 – 18:00; ultimo ingresso ore 17:30). Per l’occasione verrà offerto l’ingresso gratuito a tutti i visitatori fino a venerdì 12 febbraio.

È richiesta la prenotazione telefonica (tel. 011 6708195 per Museo Lombroso/Museo della Frutta e tel. 011 6707797 per Museo Anatomia).

Modalità di accesso ai musei:
– ingresso contingentato (massimo 25 persone in contemporanea);
– all’entrata sarà misurata la temperatura (ingresso consentito con temperatura inferiore a 37,5°);
– i visitatori dovranno sempre indossare la mascherina (che verrà fornita all’ingresso);
– i visitatori dovranno sempre mantenere la distanza di un metro dagli altri visitatori e dal personale del museo;
– la visita dovrà seguire il percorso indicato da apposita segnaletica;
– all’ingresso, e lungo il percorso, sono disponibili erogatori di gel igienizzante.

Inoltre si segnala che al Museo Lombroso è prorogata la mostra fotografica “Face to face”. L’arte contro il pregiudizio, fino al 30 giugno 2021.

Il Museo di Antropologia criminale “Cesare Lombroso” dell’Università degli Studi di Torino

– Presenta le collezioni di preparati anatomici, disegni, fotografie, corpi di reato e produzioni artigianali e artistiche, anche di pregio, realizzate da internati nei manicomi e da carcerati.

– Ricostruisce la storia delle collezioni che Lombroso iniziò a raccogliere intorno al 1859 e continuò a farlo per tutta la vita, con l’aiuto di allievi e ammiratori che in Italia e negli altri paesi europei, in America, Asia e Australia, si ispirarono alle sue teorie. Fu poi Mario Carrara, genero e successore di Lombroso, a proseguirne l’opera, fino al 1932, quando venne espulso dall’Università per aver rifiutato di giurare fedeltà al fascismo.

– Nel percorso espositivo spiccano le realizzazioni artistiche in legno di un malato psichiatrico del manicomio di Lucca, tal Eugenio Lenzi, che firma nell’ultimo decennio dell’Ottocento tre opere di art brut di straordinaria fattezza: un mobile secretaire alto oltre due metri con intarsi in legno e dipinti celati all’interno di uno scrigno segreto posto alla base dell’opera; una grande pipa calumet in legno dipinto (lunga oltre un metro) montata su un tavolino treppiede e una finta specchiera adagiata su di un tavolo interamente intarsiato con dipinta una scena biblica di Adamo ed Eva.

Nel salone principale del museo è allestita la mostra temporanea “FACE TO FACE. L’arte contro il pregiudizio” con le 20 gigantografie di Davide Dutto che ritraggono i volti di uomini e donne reclusi in carcere e liberi.

Il Museo di Anatomia Umana “Luigi Rolando” dell’Università degli Studi di Torino

– Presenta collezioni che trovano la loro origine nel Settecento e che, a seguito di vari trasferimenti, furono riallestite nel 1898 nelle attuali sale appositamente costruite. Sono esposti preparati a secco e in liquido e modelli realizzati in vari materiali. Tra questi, una delle più importanti collezioni di cere anatomiche esistenti.

– Ricostruisce, attraverso gli oggetti esposti, gli ultimi trecento anni di storia della scuola anatomica torinese. La solennità degli ambienti espositivi e la presenza di opere d’arte sottolineano l’importanza raggiunta dalla disciplina a fine Ottocento, quando il Museo fu allestito nell’attuale sede.

– Propone la visita di un museo scientifico ottocentesco rimasto praticamente inalterato da più di un secolo. Ospitato nel Palazzo degli Istituti Anatomici in locali monumentali che costituiscono una sorta di “cattedrale della scienza”, offre un esempio di restauro e valorizzazione di un bene culturale di particolare rilevanza in cui dialogano scienza, storia e arte. Di particolare rilevanza è la collezione di oltre 200 modelli anatomici in cera. Di fattura fiorentina, napoletana e torinese furono realizzati tra la fine del Settecento e la fine dell’Ottocento da ceroplasti straordinari quali Francesco Calenzoli, Luigi e Giuseppe Cantù. Fra tutti i modelli spicca la cera della discordia, un modello di straordinaria fattezza, fatto acquistare da Luigi Rolando nel 1830 a Firenze nel laboratorio Calenzoli e che giunse a Torino, insieme ad altri, con errori anatomici grossolani per cui nacque un’azione legale che si concluse nel 1838. Molti modelli furono revisionati ma questa cera probabilmente sfuggì alle correzioni. In particolare il feto contenuto nell’utero corrisponde per dimensioni a un terzo mese di gravidanza, mentre le sue proporzioni sono quelle di un neonato.

Il Museo della Frutta “Francesco Garnier Valletti” della Città di Torino

– Presenta la straordinaria collezione di frutti artificiali, opera di Francesco Garnier Valletti (Giaveno 1808 – Torino 1889): più di 1000 esemplari tra pere, mele, pesche, susine, ciliegie, albicocche, uva… esposti nei mobili originali in cui furono collocati nel 1928, all’atto del loro acquisto da parte della Regia Stazione di Chimica Agraria di Via Ormea 47.

– Ricostruisce, attraverso la storia di quest’ultima, creata nel 1871 presso il Regio Museo Industriale di Torino e tuttora attiva, un secolo di storia del rapporto fra scienza e agricoltura e l’evoluzione degli interessi della ricerca in particolare nei settori dell’orticoltura, della frutticoltura e della conservazione dei prodotti agricoli.

– Propone, a partire dal confronto fra le molte varietà di frutta coltivata a fine Ottocento così perfettamente documentate da Garnier Valletti e quelle oggi presenti sul mercato, una riflessione sull’evoluzione della produzione e del consumo in campo ortofrutticolo, sul ruolo della ricerca in campo agronomico e sul valore della biodiversità, ieri e oggi.

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