Alessandria
Deposito di rifiuti radioattivi: Città Metropolitana di Torino apre un gruppo di lavoro per individuare le aree idonee, alcuni sindaci dell’alessandrino esprimono preoccupazione
L’individuazione da parte di Sogin di diversi siti in Piemonte idonei ad ospitare il deposito nazionale per i rifiuti radioattivi ha dato vita ad inizio settimana ad una riunione tra alcuni parlamentari piemontesi e i Sindaci potenzialmente interessati all’ubicazione in Piemonte del sito per il deposito nazionale unico di scorie radioattive e si chiude con l’avvio del lavoro del gruppo di tecnici dell’Ente, che affiancheranno i Comuni per la presentazione delle osservazioni alla Carta delle 67 aree potenzialmente idonee ad ospitare il deposito.
Il Vicesindaco metropolitano Marco Marocco annuncia che “per esaminare nel dettaglio la documentazione pubblicata dalla società Sogin nel suo sito Internet abbiamo richiesto un accesso agli atti, che dovrebbe consentire ai nostri tecnici di proporre osservazioni basate su dati di fatto, che dimostrino la non idoneità del sito di Carmagnola e di quello di Mazzè ad ospitare il deposito”. “Nella riunione di lunedì scorso, sottolinea il Vicesindaco Marocco, e già in un precedente incontro con i Sindaci il nostro Ente ha preso un impegno ben preciso: supportare le amministrazioni locali con la messa in campo delle professionalità presenti al nostro interno per valutare i punti deboli della documentazione prodotta da Sogin, in modo da elaborare nel minor tempo possibile osservazioni plausibili e fondate. Stare concretamente dalla parte dei territori e di chi li amministra è per noi un dovere istituzionale”.
Per alcuni sindaci dell’alessandrino invece la notizia ha destato una forte preoccupazione. La loro posizione è quella di difendere il loro lavoro che negli anni è stato incentrato su uno sviluppo industriale, edilizio, agricolo e soprattutto turistico sostenibile, incentrato sulla promozione e valorizzazione del patrimonio
storico, culturale, paesaggistico e sulla promozione delle eccellenze agro-alimentari.
La realizzazione di un deposito di centomila metri cubi di rifiuti radioattivi in provincia di Alessandria e particolarmente in Monferrato o nella pianura vercellese a ridosso della Valcerrina rischia, secondo il loro punto di vista, di vanificare il lavoro fatto provocando danni economici e sociali incalcolabili.
In quest’ottica dunque ritengono fondamentali alcuni passaggi come la messa in sicurezza dei siti di Saluggia e Trino Vercellese con la rimozione dei rifiuti radioattivi e la rinaturalizzazione delle aree; che sia necessario adoperarsi e collaborare per dimostrare l’inadeguatezza dal punto di vista tecnico e socio-economico dei siti piemontesi in generale ed alessandrini in particolare. Che si debba lavorare per scongiurare ed impedire risolutamente l’individuazione di nuovi siti in aree già giudicate non idonee al fine di difendere e tutelare gli interessi e soprattutto la salute dei cittadini.
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