Cultura
Il 20 novembre esce Troiane del torinese Cipolla, tratto dallo spettacolo dei Fools
Il 20 novembre esce “Troiane – Original Score” album che si ispira all’immortale tragedia greca per ricreare il mondo musicale che avrebbe potuto accompagnare Troia e i suoi protagonisti. Su tutti i portali streaming e original store sarà disponibile l’originale progetto musicale di Alberto Cipolla, giovane talento torinese che, iniziata la carriera come pianista, è approdato alla composizione e alla Direzione d’Orchestra – era fra i Direttori dell’ultima edizione del Festival di Saremo. “Troiane”, terzo album all’attivo di Cipolla, riflette a pieno la poliedricità dell’autore: il disco nasce infatti dalla sinergia con il mondo teatrale partita nel 2018.
Dopo l’incontro artistico con la compagnia dei Fools, Alberto Cipolla accetta di comporre le musiche per lo spettacolo in cantiere, Troiane, il classico di Euripide riscritto e attualizzato dal regista Luigi Orfeo e messo in scena da un cast tutto femminile di attrici e cantanti – Augusta Balla, Paola Bertello, Cindy Balliu, Roberta Calia e Silvia Laniado. Troiane di Euripide è una delle prime opere nella storia della drammaturgia a narrare la resistenza, eroica ma disperata, degli sconfitti. Nella costruzione dell’universo sonoro dell’opera, Cipolla ha quindi caricato le cinque voci femminili, che sul palco cantano a cappella accompagnate solo da percussioni, di una grande valenza simbolica: ora coro armonico a rappresentare la forza della comunità; ora soliste come urlo disperato della sopraffazione.
Per l’arrangiamento del disco il compositore si è avvalso di un organico più grande: in quasi tutti i brani sono presenti percussioni aggiuntive, una shruti box, un violoncello e un quintetto d’archi con un flauto basso. Con questo ensemble Cipolla ha potuto ricreare sonorità più complesse, andando ad attingere dal repertorio della musica popolare mediterranea. Così come nel testo il regista ha creato un “esperanto” dei dialetti del Sud, per la musica Cipolla ha mescolato le tradizioni musicali dei territori che facevano parte della Magna Grecia – riprendendo ritmi siciliani, tarante pugliesi e filastrocche partenopee – rivisitandole con soluzioni armoniche insolite e contaminandole con sound turchi, bulgari ed est-europei. Al brano che chiude l’album e lo spettacolo, Troades, è affidato il messaggio poetico dell’opera: cantato in una lingua inventata – fatta di fonemi desunti anche da una ninna nanna persiana – crea nel finale un momento privo di parole dove il testo scompare per lasciare spazio all’emozione.
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