Economia
Il Pil del Piemonte crolla a -15,9% nel secondo trimestre 2020
Anche il PIL del Piemonte, come quello nazionale, è arretrato nel II trimestre a causa della fermata dell’economia. Dopo un primo trimestre in flessione del 6% (sul I trimestre del 2019), l’indicatore principale dell’attività economica scende ancora nel II trimestre (-15,9%), facendo registrare una variazione assai vicina a quella nazionale (-17,3).
Il calcolo è stato eseguito dal Comitato Torino Finanza presso la Camera di commercio di Torino, che si è dotato di un apposito modello di Nowcasting. Il modello, piuttosto che sommare il valore aggiunto dei settori, che viene registrato con ritardo, deduce il livello dell’attività economica da indicatori reali e del mondo online. Tra i principali indicatori reali ci sono il traffico autostradale dei veicoli pesanti, i consumi di energia elettrica (a confronto con quelli nazionali), nonché le esportazioni del Piemonte.
Agli indicatori reali si aggiungono gli andamenti delle ricerche online di 53 parole chiave correlate con l’andamento dell’economia piemontese e dei suoi consumi, come le ricerche dei suoi marchi principali, dei centri commerciali dove normalmente si fa lo shopping, nonché dei siti culturali e delle principali mete turistiche.
Variabili reali e variabili immateriali, che provengono dai trend delle ricerche sulla rete, sono aggregati con l’econometria e il modello così ottenuto è validato e calibrato sui dati del passato, dal 2006 al 2017.
Afferma Dario Gallina, Presidente della Camera di commercio di Torino, presso cui ha sede il Comitato Torino Finanza: “Con un -15,9% nel secondo trimestre, il Piemonte sconta le decise perdite del lockdown pur registrando un valore migliore rispetto alla media italiana (-17,3%). La variazione negativa era ampiamente attesa, ora attendiamo a novembre i dati del terzo trimestre, per capire se la ripresa sarà ad U, quindi più lenta, oppure, come auspichiamo, a V, più veloce ed immediata”.
Aggiunge Vladimiro Rambaldi, Presidente di Torino Finanza: “Il Piemonte è la prima regione in Italia ad essersi dotata di uno strumento statistico in grado di stimare il PIL pressoché in tempo reale. Il modello elimina pertanto l’incertezza sullo stato della congiuntura, che ha conseguenze su spese, consumi e investimenti. Stiamo lavorando per renderlo sempre più tempestivo e, in prospettiva, mensilizzarlo”.
Facendo parlare il modello, l’ultimo anno di crescita dell’economia piemontese è stato il 2018, mentre le cose hanno incominciato a peggiorare per il Piemonte durante il 2019, che è stato un anno di recessione (-0,9% in media annua) in quanto nel 2019 le esportazioni sono diminuite lungo tutto l’anno, dal -3% del primo trimestre al -5% dell’ultimo trimestre dell’anno.
Il PIL del Piemonte è così entrato nel 2020 con un trascinamento negativo, sul quale hanno poi pesato i due trimestri del lockdown, con tassi di variazioni tendenziali (ossia sullo stesso trimestre dell’anno precedente) pari a -6% e -15,9%.
Il tasso tendenziale di variazione del secondo trimestre dell’anno è peggiore del primo, per via del maggior numero di giorni di lockdown del II trimestre (32 giorni nel II trimestre contro 21 nel I trimestre).
I dati sono allineati o un po’ migliori di quelli nazionali (-17,3%), della Francia (-19%) e della Spagna (-22,1%). Nell’Unione europea (-14,4%) sembra aver fatto meglio la Germania (-11,7%), ma anche lei ha concluso il II trimestre con un segno meno, nonostante la manovra fiscale espansiva più ampia di tutti i paesi europei.
Entro il 10 novembre del 2020 la previsione del PIL del III trimestre permetterà di giudicare la qualità della ripartenza dell’economia, confrontando quella del Piemonte con quella nazionale e dei partner europei.
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