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In Piemonte denunciati all’Inail 7.593 contagi sul lavoro per Covid-19

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E’ stato pubblicato l’ultimo report elaborato dalla Consulenza statistico attuariale Inail, che evidenzia come in Piemonte le denunce di infortunio sul lavoro da nuovo Coronavirus sono state 7.593 nel peiodo dal 1° gennaio al 30 giugno (sono 393 in più rispetto alla rilevazione del 31 maggio) e rappresentano il 15,2% dei casi totali rilevati a livello nazionale (49.986). I casi mortali sono 19 (2 in più rispetto al monitoraggio precedente), pari al 7,5% dei decessi da Covid registrati in Italia (252).

Più della metà delle denunce sono state registrate in provincia di Torino. Analizzando nel dettaglio la situazione della regione emerge che è sempre la provincia di Torino a far registrare oltre la metà delle denunce (3.953, pari al 52,1% dei casi del Piemonte), seguita ancora una volta dalle province di Alessandria (940 denunce, pari al 12,4%), di Novara (783 pari al 10,3%) e di Cuneo (764 pari al 10,1%). Nettamente inferiori i casi nelle altre province: 373 (4,9%) nell’astigiano; 323 (4,2%) nel verbano-cusio-ossola; poco meno, 316 (4,1%), nel vercellese; 141 (1,9%) in provincia di Biella.

Con 8 decessi la provincia di Alessandria detiene il primato negativo per i casi mortali, seguita da Torino (7) e VCO (2), mentre Cuneo e Novara registrano un caso ciascuno.

Il maggior numero di casi nel settore della sanità e assistenza sociale. Dall’analisi per attività economica emerge che, nell’ambito della gestione assicurativa dell’Industria e servizi dove si concentra la maggioranza dei casi (99,6%), oltre l’83% delle denunce codificate per settore di attività economica (Ateco) riguarda ospedali, case di cura e di riposo, istituti, cliniche, policlinici universitari, residenze per anziani e disabili del settore “Sanità e assistenza sociale” (65% delle denunce) e organi preposti alla sanità, come le Asl (18,3).

Il settore “Noleggio e servizi alle imprese” registra il 6,1% delle denunce codificate: tra i più colpiti gli addetti alle pulizie (“personale non qualificato nei servizi di pulizia, ecc.”, 2,9% delle denunce) e i lavoratori interinali “prestati” a svariate attività e professionalità (comprese quelle di natura sanitaria e di pulizia). Nel settore dei Servizi di alloggio e ristorazione, presente con il 2,7% delle denunce, prevalgono le attività svolte nei supermercati e nelle farmacie, sostanzialmente addetti alle vendite.

La gestione per Conto dello Stato segue con la percentuale dello 0,4%; mentre nell’Agricoltura si registrano tre soli i casi (+2 rispetto al 31 maggio).

Infermieri, operatori sanitari e medici le professioni più colpite. L’analisi per professione evidenzia la categoria dei tecnici della salute (infermieri, fisioterapisti ecc.) come quella più coinvolta da contagi, con il 37,5% delle denunce complessive, l’80,8% delle quali relative a infermieri.

Seguono le professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali (30,2% delle denunce complessive, di queste il 99,7% riguardano gli operatori socio-sanitari); i medici (9,4%); le professioni qualificate nei servizi personali e assimilati con il 5,8% delle denunce (di queste l’85,1% provengono da operatori socioassistenziali) e con il 4% delle denunce il personale non qualificato nei servizi di istruzione e sanitari, come ausiliari, portantini e barellieri (di queste il 72% sono di ausiliari ospedalieri).

Oltre il 30% dei decessi riguarda il personale sanitario (medici, infermieri, operatori sanitari). La Sanità e assistenza sociale si conferma il settore di attività economica con il maggior numero di casi mortali.

Quattro contagiati su 10 nella fascia di età 50-64 anni. Sostanzialmente invariata la ripartizione delle denunce per classe di età e genere: il 41,7% dei casi denunciati è concentrato nella fascia di età 50-64 anni, seguita da quella 35-49 anni (37,6%) e 18-34 (18,4%); il 76,1% dei contagiati sono donne e il 23,9% uomini.

Qui di seguito le tabelle complete con le statistiche

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