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L’omelia del Vescovo Nosiglia e la supplica alla Consolata

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Questa festa che ogni anno ci vede riuniti ai piedi di Maria Consolata come Chiesa di Torino, comunità cristiana e civile della città, è per noi la festa della riconoscenza. Riconosciamo quanto la Consolata ha fatto per Torino nel corso dei secoli, in particolare per la liberazione di pestilenze che si abbattevano frequentemente nella vita degli abitanti di questa città e territorio. Questo Santuario è la prova ed il segno di questa riconoscenza e dell’amore che i torinesi hanno verso la loro patrona e Madre celeste.

Il Vangelo ci ha ricordato il momento supremo della vita di Cristo e di Maria, sua madre: la morte in croce. Gesù, prima di morire, affida Maria al discepolo prediletto, Giovanni, e affida Giovanni a Maria.

Il popolo cristiano, fin dall’inizio della sua storia, ha accolto con gioia e fede questa consegna del Signore. Ha onorato la Madre di Dio e l’ha accolta nella sua vita e nella sua storia con una costante e crescente devozione, che esprime la propria figliolanza. Ha visto in lei la madre di consolazione e di speranza per la propria storia ed il proprio futuro. E a lei ricorre sempre, soprattutto nei momenti di difficoltà e di bisogno. Anche noi, al termine della Messa e questa sera, affideremo la Diocesi, la Città, i fedeli e i cittadini di Torino all’intercessione potente di Maria Consolata affinché otteniamo la sua protezione presso l’Altissimo.
Affidiamo a Lei la nuova partenza, come si usa dire, dopo la tragica esperienza del coronavirus anche se l’epidemia non è del tutto cessata ed esige tutta quella attenzione necessaria per una vita di comunità serena e costruttiva. Questa fase ci sollecita a farci più visibili e presenti nel tessuto concreto della vita sociale con quel compito di testimonianza e di proposta dell’annuncio di Gesù Cristo, che solo può dare vigore e speranza di rendere sempre più umano, giusto e solidale, ogni ambiente di lavoro.
Affidiamo a Maria i giovani e le loro attese e speranze circa il futuro sia sul piano del lavoro che della impostazione di vita. C’è la necessità di accogliere il messaggio centrale che il Papa ha rivolto ai giovani: quello di rendersi responsabili del rinnovamento spirituale, umano e sociale della Chiesa e del mondo. Una responsabilità, che si misura a partire dal coraggio di testimoniare la propria fede in mezzo ai coetanei, facendo scelte coerenti sul piano della vocazione a cui il Signore chiama, dedicando tempo ed impegno per gli altri in campo educativo, caritativo e missionario.

Affidiamo a Maria il cammino pastorale della Diocesi incentrato sull’impegno della comunione e dell’incontro, da far crescere in ogni comunità con l’apporto responsabile di tutti i membri della Chiesa: sacerdoti, diaconi, religiosi e religiose, laici singoli o associati.

La comunione è dono di Dio, ma esige uno sforzo continuo, da parte di ciascun battezzato, per edificarla. Impegna la vita della nostra famiglia, chiamata a testimoniare l’unità nell’amore e nella fede; quella della comunità parrocchiale, considerata una famiglia di famiglie in cui ogni cristiano è parte viva e corresponsabile nei servizi e nella partecipazione; nelle unità pastorali dove deve crescere l’attiva e concorde partecipazione di tutti i membri della Chiesa per assicurare un cammino fecondo di frutti spirituali e comunitari; e infine la stessa società, dove la comunione si traduce in solidarietà e convivenza aperta a tutti e promotrice di giustizia e di pace.

Il nostro come ogni santuario mariano, è luogo di preghiera, di fede e di azione potente di Maria verso chi è nel bisogno e nella prova. Affidiamo a Maria Consolata tanti nostri fratelli e sorelle, sofferenti negli ospedali e nelle realtà di accoglienza, con particolare affetto, cura e prossimità verso gli anziani, considerandoli un dono di grazia per tutta la Chiesa e per l’intera società.
Affidiamo a Maria quanti si adoperano per affrontare e risolvere i problemi sociali e ambientali che assillano la Città e il territorio e che rappresentano un motivo, a volte, di divisione, suscitano preoccupazione e timori per il futuro e rischiano di tarpare le ali ai progetti per una città più vivibile, solidale, pacifica. I cittadini cristiani, a partire dai laici, che per vocazione sono chiamati ad animare e orientare le realtà temporali con la verità di Cristo, non sono estranei o indifferentia questo impegno, che tocca concretamente la loro testimonianza nel tessuto della storia e del mondo per aprirlo al Vangelo e alla carità.
Affidiamo, infine, a Maria l’impegno di quanti si prodigano per salvaguardare sempre l’accoglienza e il rispetto di ogni persona, senza discriminare alcuno per ragioni di nazionalità, cultura, sesso, etnia o religione, e di quanti operano per ridare ordine e sicurezza alla nostra Città e territorio. L’educazione alla legalità, a un corretto uso del denaro e alla prevenzione da ogni forma di dipendenza sia del gioco d’azzardo, come delle droghe anche cosiddette leggere e dell’alcol, in specie per i minori, sono condizioni essenziali e decisive per una vita sociale serena e costruttiva per tutti. La dignità di ogni persona e la salvaguardia dei valori morali e civili dei propri comportamenti,rappresentano il criterio essenziale di riferimento anche di ogni norma legislativa in materia.

A Te, Madonna Consolata, che ci sorridi dal tuo trono e guardi i tuoi figli e figlie che a Te ricorrono con fiducia, rivolgiamo la nostra preghiera, affinché, con la tua potente intercessione, possa sempre effondere su questa Città, sulla Diocesi e sul territorio torinese la benedizione del tuo Figlio e le grazie che lui vorrà concedere a quanti a Te ricorrono, o Avvocata di misericordia e dolce Madre Maria.

Arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia

SUPPLICA ALLA CONSOLATA
20 GIUGNO 2020

«Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio».

Da secoli, o Vergine Consolata, i Torinesi sperimentano
la tua delicata, discreta e sempre efficace presenza materna,
nelle gioie e nei dolori, nella fatica della vita quotidiana
e nell’oscurità del dubbio che sembra impedire ogni prospettiva.
Nell’insorgere di eventi imprevisti ed imprevedibili
tu ci sei vicina e ci ottieni da Dio
la forza per non lasciarci travolgere dagli avvenimenti.

Oggi desideriamo esprimerti la nostra viva riconoscenza
perché anche nella recente pandemìa
abbiamo potuto sperimentare l’efficacia
della preghiera di intercessione:
a te ci eravamo affidàti e tu non ci hai abbandonati.

Tu, Madre di misericordia, infondi fiducia in tutti noi
e aiutaci a superare quella paura e ansia
per il futuro che ci assilla.
Gesù non ci ha promesso di annullare i nostri problemi,
mi ci ha assicurato la sua costante ed efficace presenza.
Come alle nozze di Cana, anche ora sappiamo che la tua vicinanza
ci aiuterà ad affrontare i diversi problemi che ci attendono.

Abbiamo bisogno, Madre santissima
che la convivenza umana non perda la capacità
di costruire insieme un presente e un futuro validi per tutti
All’interno delle famiglie e dei luoghi di lavoro,
ma anche dove si prendono le decisioni politiche e sociali
e dove matura la formazione delle nuove generazioni.

Abbiamo bisogno di rispetto vicendevole
per poter superare ogni contrapposizione,
favorendo la stima reciproca
pur nella diversità di opinioni e di orientamenti,
perché la costruzione della casa comune
possa esprimere la molteplicità nella concordia fraterna
e solidale così da fari carico di tante situazioni
di povertà e miseria presenti tra noi.

La nostra Città ha bisogno di ritrovare iniziative imprenditoriali,
fiducia nelle capacità umane e lavorative,
stima del diverso e dell’immigrato,
accoglienza dell’emarginato e del disabile,
vicinanza con che è senza lavoro o senza un tetto.

O Maria, Consolatrice degli afflitti, Gesù ci ha affidati a te:
abbraccia e sostieni tutti i tuoi figli tribolati,
accogli ed esaudisci le preghiere
che per tutta la società torinese ti rivolgiamo.
Noi ci affidiamo a te, che risplendi sul nostro cammino
come segno di salvezza e di speranza,
o clemente, o pia, o dolce Vergine Maria.

Amen.

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