Ambiente
Tavolo Animali & Ambiente: ‘ricorreremo al Consiglio di Stato contro la sperimentazione sui macachi’
Il Tavolo Animali & Ambiente, costituito dalle associazioni ENPA, LAC, LAV, LEGAMBIENTE L’Aquilone, LIDA, OIPA, PRO NATURA e SOS Gaia, esprime estremo disappunto per la sentenza del TAR del Lazio che autorizza la ripresa del progetto “Light- Up”, con gli esperimenti sul cervello dei macachi, da parte delle Università di Torino e Parma. Il progetto era stato sospeso per quattro mesi su sentenza del Consiglio di Stato che, ritenendo prevalente l’interesse della tutela degli animali, aveva stabilito che fosse il soggetto che sperimenta sugli animali a dover provare che non esistono alternative, così come lo deve fare anche il Ministero della Salute nell’autorizzare, nel rispetto della Legge, la procedura sperimentale.
Il progetto è finanziato con 2 milioni di euro dei contribuenti ed implica, come affermato dagli stessi ricercatori, “grave sofferenza” per gli animali. Un esperimento doloroso, inutile e senza ritorno, compiuto ai danni di esseri senzienti che, dopo cinque anni di indagini, verranno uccisi. Sono trascorsi cinquant’anni da quando la sperimentazione sugli animali è stata giudicata non attendibile per l’innegabile diversità genetica fra l’uomo e gli altri animali. Infatti la ricerca su nuove cure per persone ipovedenti ha compiuto passi importanti grazie alle sperimentazioni su malati umani consapevoli.
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Il Consiglio di Stato già a gennaio aveva dato ragione alla LAV e ai consulenti scientifici dell’associazione OSA (Oltre la Sperimentazione Animali), ribaltando la sentenza del TAR del dicembre 2019 e ordinando la sospensione del terribile esperimento che fino a oggi è stato fermo, perché, secondo il supremo grado della Giustizia Amministrativa, la Direzione Generale del Ministero della Salute non era infatti riuscita a provare l’impossibilità di alternative ad una sperimentazione considerata invasiva sugli animali.
Il Tavolo Animali & Ambiente sostiene le affermazioni della LAV:
Si tratta di una battuta di arresto che non ferma la nostra battaglia, che sapevamo lunga e difficile. Ricorreremo al Consiglio di Stato, che speriamo si pronunci al più presto, accogliendo le nostre fondate ragioni giuridiche e scientifiche, come già evidenziato quando abbiamo ottenuto la sospensione del progetto.
Lo stesso Tavolo ribadisce, altresì, la richiesta alla Regione Piemonte di promuovere, con l’Università di Torino, l’istituzione di borse di studio sui metodi alternativi.
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