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Coronavirus: pubblicato uno dei primissimi contributi scientifici in una coorte di pazienti numericamente rilevante sull’uso di Tocilizumab nel trattamento dei casi più gravi di infezione da COVID19

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“Il 1° Maggio è stato pubblicato su Clinical Experimental Rheumatology uno dei primissimi contributi scientifici, in letteratura mondiale, , in una coorte di pazienti numericamente rilevante sull’uso di Tocilizumab nel trattamento dei casi più gravi di infezione da COVID 19”. E’ quanto fa sapere l’ASL Città di Torino. I dati sono stati elaborati dai Ricercatori del CMID, Centro di Immunopatologia e Malattie Rare dell’Ospedale San Giovani Bosco e sono il prodotto del lavoro congiunto di Infettivologi, Intensivisti, Rianimatori, Internisti, Pneumologi, Nefrologi, Farmacisti e Patologi Clinici di tutti gli Ospedali dell’ASL Città di Torino. Di seguito il testo completo della nota:

Nelle sue forme più gravi l’infezione da COVID19 può innescare una grave risposta infiammatoria da parte dell’ospite che può esitare nel decesso del paziente. Questa risposta infiammatoria, denominata “tempesta citochinica” (ad intendere una produzione massiva di citochine, molecole infiammatorie) può essere contenuta con la somministrazione di Tocilizumab, un anticorpo monoclonale umanizzato diretto contro l’interleuchina 6, uno dei più potenti mediatori implicati nella tempesta citochinica.

Il Tocilizumab, è correntemente impiegato nel trattamento dell’Artrite Reumatoide e di alcune severe infiammazioni dei grossi vasi, come l’Arterite di Horton.

Alcuni ricercatori cinesi lo hanno impiegato con successo in 20 pazienti.
L’istituto Pascale di Napoli ne ha verificato l’efficacia su due pazienti.

Gli Ospedali dell’ASL Città di Torino hanno condiviso un algoritmo di trattamento dei pazienti con severa infezione COVID19.
Il lavoro riassume gli effetti del Tocilizumab, somministrato endovena o sottocute, dopo due settimane dalla sua somministrazione a 63 pazienti che presentavano indici di infiammazione particolarmente elevati e compromissione respiratoria.

Questi i principali risultati:
– sia i parametri clinici che di laboratorio sono significativamente migliorati;
– il miglior predittore di mortalità è stato il livello di d-dimero all’esordio, uno dei parametri scelti dal gruppo di lavoro per monitorare i pazienti;
– il Tocilizumab somministrato endovena o sottocute è stato parimenti efficace;
– la somministrazione precoce di Tocilizumab (appena presenti i segni di infiammazione evocativi di un’imminente tempesta citochinica) è associata a maggiori possibilità di sopravvivenza.
La mortalità complessiva è stata dell’ 11%.

Il lavoro, pubblicato il 1° Maggio su Clinical Experimental Rheumatology costituisce uno dei primissimi contributi scientifici in letteratura mondiale in una coorte di pazienti numericamente rilevante.

“I risultati, elaborati dai Ricercatori del CMID, Centro di Immunopatologia e Malattie Rare dell’Ospedale San Giovanni Bosco, diretto dal prof. Dario Roccatello, sono il prodotto del lavoro congiunto di Infettivologi, Intensivisti, Rianimatori, Internisti, Pneumologi, Nefrologi, Farmacisti e Patologi Clinici degli Ospedali dell’ASL Città di Torino (San Giovanni Bosco, Martini, Maria Vittoria e Amedeo di Savoia). – dichiara il Commissario dell’ASL Città di Torino, Carlo Picco – Si tratta di un grande lavoro di squadra che attesta la professionalità dei nostri professioni nella lotta al COVID19”

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