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Cronaca

Torino, ricoverata per un incidente e poi dimessa, anziana 90enne viene rifiutata dalla casa di riposo

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Era stata ricoverata all’ospedale Martini di Torino lo scorso 3 aprile per un incidente: mentre si trovava nella casa di riposo Senior Residence di via Servais, a Torino, un boccone le era andato di traverso. Aveva rischiato di soffocare. Subito soccorsa dal personale medico e trasportata in ospedale. Ma, dopo che le sue condizioni sono migliorate ha scoperto che la nella casa di riposo dove aveva vissuto per oltre 4 anni non la voleva più: non c’era più posto.
“Mi hanno detto che non possono essere sicuri che non abbia contratto il virus”, spiega il figlio a Repubblica. L’anziana, pero, dopo essere stata sottoposta a tre tamponi, è risultata negativa al Covid-19. In compenso le è stata diagnosticata una polmonite ab ingestis provocata dal cibo finito nelle vie respiratorie. Così l’anziana è adesso ricoverata nel reparto di oncologia del Martini perché è affetta anche da un tumore.
Per contro netta è la posizione della casa di riposo che, appellandosi a una circolare della Regione del 14 aprile scorso, spiega che “le dimissioni da presidio ospedaliero a struttura Rsa devono essere limitate alle sole ipotesi di assoluta impossibilità di gestire l’utente al proprio domicilio”.

“Siamo una casa di riposo in cui al momento non si sono verificati casi di coronavirus – spiegano -.   Applichiamo una circolare della Regione Piemonte del 14 aprile scorso. Se lo stiamo facendo nel modo sbagliato ne risponderemo. Non possiamo sapere con certezza se la signora sia positiva o meno al virus. Inoltre, al momento in cui esce dall’ospedale noi non possiamo sapere che cosa succede e non possiamo mettere a rischio gli altri 40 ospiti che abbiamo. Per noi è anche una perdita economica, perché con ogni ospite incassiamo 3mila euro al mese e quindi rinunciamo anche a del denaro per essere più sicuri. In seconda battuta, siamo una struttura sociosanitaria e, viste le recenti patologie della signora, sarebbe più opportuna una struttura sanitaria, anche perché qui non avremmo un medico a disposizione. Dal nostro punto di vista l’unica strada percorribile è il rifiuto delle dimissioni dall’ospedale”.

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