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Studio Università di Torino, Coronavirus e Turismo di prossimità nelle Valli Olimpiche Piemontesi

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La risposta al turismo di prossimità grazie a uno studio dell’Università di Torino, in collaborazione con la Camera di Commercio di Torino.

Un team di ricerca, coordinato dai professori Paolo Biancone e Silvana Secinaro, afferenti al Dipartimento di Management, che vanta professionisti come Alberto Sasso, specializzato in architettura sostenibile e rigenerazione urbana, ritiene che il modello di business studiato per un progetto finanziato dalla Camera di Commercio di Torino, dedicato alla Valorizzazione delle Valli Olimpiche Piemontesi, possa essere applicato e rispondente alla crisi del turismo legata alla pandemia di Covid-19.

La pandemia in atto sta avendo, infatti, una diffusa propagazione ai diversi settori dell’economia. Il settore turistico, e tutte le sue filiere, sono al momento tra i più colpiti per un azzeramento della domanda di servizi turistici.

Questa la previsione elaborata dal Dipartimento di Management su come cambieranno le scelte dei turisti nazionali e internazionali quando si passerà alla Fase 2 della gestione dell’emergenza:

1.      Priorità sicurezza, igiene e salute;

2.      Luoghi non affollati;

3.      Maggiore utilizzo di spazi verdi e incontaminati;

4.      Strutture ricettive discrete e non troppo affollate;

5.      Trasporto pubblico regolare, pulito e non affollato come in una grande città;

6.      Riscoperta di città di nicchia, borghi incontaminati e bellezze non scoperte nei comuni viaggi;

7.      Prenotazioni a ridosso della vacanza;

8.      Turismo di prossimità;

9.      Spostamenti privilegiati con mezzi propri

Questa sembra essere anche la linea che intende seguire il governo, stando a quanto dichiarato da Lorenza Bonaccorsi, sottosegretaria del Mibact, la quale anticipa che sono allo studio una serie di misure per consentire lo sviluppo di un turismo ‘di prossimità’, che favorisca luoghi meno affollati e più incontaminati.

Il “rischio” dunque, è che i territori più urbani come quelli delle Valli Olimpiche vengano presi d’assalto in quanto ritenuti in possesso di tutte le caratteristiche sopra riscontrate.

Partendo dallo studio iniziale, finanziato dalla Camera di Commercio, su come rigenerare, rivitalizzare economicamente e socialmente le Alpi Piemontesi, il gruppo di ricerca si è focalizzato su come poter applicare i modelli studiati alla situazione prevista per la Fase 2 di risposta al Covid-19. La grande sfida a cui si è voluto rispondere è quella di promuovere il turismo di prossimità, salvaguardando la sostenibilità del territorio sia dal punto di vista ambientale sia dal punto di vista della sicurezza sanitaria.

L’opportunità e i cambiamenti che verranno richiesti al sistema sono notevoli in quanto rappresentano modifiche a processi già consolidati e prassi frutto di anni di esperienza, ma il cambio di paradigma è necessario per affrontare un evento eccezionale come la pandemia attuale.

La risposta per ripartire guardando alla stagione ormai prossima si è basata su quattro asset fondamentali: ristorazione, residenzialità, intrattenimento e shopping/alimentare.

Per ognuno dei quattro punti sono stati individuati nuovi modelli di business che possano rispondere alle normative legate al distanziamento sociale e di sicurezza sanitaria.

Il progetto, finanziato dalla Camera di Commercio di Torino, ha coinvolto i territori che ricadono all’interno dell’Unione Montana Comuni Olimpici Via Lattea (Cesana Torinese, Claviere, Pragelato, Sauze di Cesana, Sauze d’Oulx e Sestriere) e i comuni di Bardonecchia, Oulx e Usseaux.

La volontà condivisa è stata quella di dare impulso ad un sistema territoriale coeso al fine di creare condizioni di sviluppo, mettendo a fattore comune le peculiarità dei singoli territori, ciascuno con la propria caratteristica turistica, enogastronomica e territoriale.

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