Cittadini
I negozi di beni non essenziali a Torino e provincia che fanno la consegna a domicilio nel rispetto del Dpcm
Escludendo i grandi marchi che già dispongono di un’e-commerce, tanti piccoli negozietti di vicinato sono costretti a chiudere perché non dispongono di una piattaforma su cui continuare a lavorare. Il Dpcm 11 marzo 2020 dispone infatti la chiusura di qualunque attività commerciale non alimentare o di beni di prima necessità (quelli permessi sono elencati nell’allegato 1) specificando però che si può continuare l’attività di vendita consegnando a domicilio.
https://www.facebook.com/chiaraappendinosindaca/posts/3157303877613540
A Torino e provincia molti sono confusi dalle nuove regole e in molti casi anche le autorità hanno pareri discordanti. La sindaca Chiara Appendino ha pubblicato sul suo profilo Facebbok un post per spiegare come reperire quaderni e colori in questo periodo di isolamento sociale forzato, mentre molti cittadini, tra cui cartolai, si chiedono perplessi se è possibile, dato che sia i vigili che i propri commercialisti avevano assicurato che non è permesso.
Sfogliando le FAQ (Frequent Asked Questions – le risposte alle domande più frequenti) sui provvedimenti per il contenimento del coronavirus sul sito del governo troviamo che al quesito tre dopo aver aperto la tendina del paragrafo “Pubblici esercizi e attività commerciali” troviamo la risposta all’annoso problema.
La Confesercenti di Torino e Provincia ha inoltre pubblicato sul suo sito una mappa con la scheda dei negozi che offrono tali servizi, spesso senza costi aggiuntivi per i clienti. L’elenco comprende non solo i negozi di alimentari, che hanno il permesso di rimanere aperti a patto che facciano rispettare le norme riportate nel decreto, ma anche lavanderie, enoteche, cartolerie e quant’altro che pur non fisicamente aperti continuano a offrire i loro prodotti e servizi a domicilio.
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