Quotidiano Piemontese
I riti cattolici in Piemonte e a Torino ai tempi del coronavirus: battesimi e matrimoni rinviati, celebrati solo per urgenza o grave necessità.
La situazione che si è messa in atto per il coronavirus e le disposizioni dei decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri di 8 marzo e 10 marzo 2020, che stabiliscono la sospensione delle cerimonie civili e religiose, e la conseguente sospensione della celebrazione delle Messe e delle altre celebrazioni liturgiche disposta dalla dichiarazione dei Vescovi della Conferenza Episcopale determinano molti cambiamenti anche per i cattolici in Piemonte.
Per quello che riguardano i matrimoni questi saranno celebrati solo per urgenza o grave necessità. In particolare : “si potranno celebrare eventuali matrimoni con il solo rito del consenso, alla presenza del ministro autorizzato e di due testimoni, ed esclusivamente nel caso in cui l’Ordinario diocesano, su richiesta del parroco che ha seguito l’istruttoria matrimoniale, abbia attestato l’urgenza o la grave necessità per motivi di salute dei nubendi e simili ragioni”.
L’ Arcivescovo Cesare Nosiglia ha pubblicato sul sito della Diocesi di Torino un vademecum sulla situazione.
Le chiese restano aperte e chi lo desidera può raccogliersi in preghiera davanti al Santissimo sacramento. Là dove è possibile nei giorni feriali e negli orari indicati si valuti l’opportunità di distribuire la comunione fuori della Messa ai singoli fedeli. Secondo le norme del Rito della Comunione fuori della Messa e culto eucaristico, «si devono indurre i fedeli a comunicarsi durante la celebrazione eucaristica»; tuttavia, in circostanze eccezionali come questa, vale anche l’invito a non rifiutare «la santa comunione anche al di fuori della Messa ai fedeli che ne fanno richiesta» (n. 14), secondo le disponibilità dei ministri, seguendo le indicazioni di orario, nel rispetto delle distanze e con l’aiuto di un piccolo sussidio di preparazione personale, che sarà reso disponibile sui siti diocesani.
La celebrazione della Messa feriale da parte dei sacerdoti deve essere in forma privata, per evitare favoritismi di persone ammesse alla celebrazione. E tuttavia la sintonia con la celebrazione senza il popolo di Dio potrà essere incoraggiata, invitando ad unirsi in preghiera nell’ora della celebrazione, oppure suonando le campane al momento della preghiera eucaristica per invitare i fedeli ad un momento di connessione e raccoglimento, nella comune intenzione particolare della liberazione dal male del coronavirus.
Invito tutti i santuari, i monasteri e le comunità religiose, i centri di spiritualità, ad intensificare la preghiera che quotidianamente rivolgono al Signore con una speciale richiesta di supplica e di intercessione della Beata Vergine Maria per impetrare la grazia di liberarci da questo male che ci affligge. L’intercessione della Vergine Maria Santissima Consolata, patrona della Diocesi di Torino, e della Madonna del Rocciamelone, patrona della diocesi di Susa, dia conforto e speranza per i malati e le loro famiglie, sostenga il compito dei medici e del personale sanitario impegnato in un prezioso servizio, e doni a tutta la popolazione la volontà di camminare uniti e insieme sulla via dell’accoglienza delle disposizioni indicate, in modo da favorire il massimo di condivisione e di solidarietà.
Anche in questo caso, non potendo essere presenti fisicamente alla preghiera, si potrà invitare i fedeli a unirsi da casa con la preghiera personale o familiare del santo rosario. Io stesso ogni sera alle 17.00 reciterò il Rosario e la preghiera da me predisposta per questa circostanza.
Altri tipi di preghiere pubbliche, come la Liturgia delle Ore, l’adorazione eucaristica, o la Via crucis, rientrano nel novero delle cerimonie religiose da evitare in questo tempo. Ugualmente sono da rinviare le celebrazioni dei Battesimi e dei Matrimoni. È bene attenersi insieme a queste regole, per non creare motivo di divisione e soprattutto occasione di contagio. Vale la raccomandazione rivolta ai sacerdoti perché si rendano disponibili a celebrare il sacramento della Penitenza, fuori dal confessionale, tenendosi a debita distanza o con precauzione di idonea mascherina.
Nei giorni festivi, il peso dell’assenza della celebrazione eucaristica sarà più forte e l’impossibilità di radunarsi per altri tipi di preghiera (adorazione, comunione fuori della Messa) rende il silenzio della chiesa più assordante. Il “digiuno eucaristico” forzato costituirà una occasione per alimentare la nostalgia e la “fame” dell’Eucaristia, intesa come incontro con il corpo eucaristico di Gesù, presente nel suo corpo ecclesiale. Nella mancanza dell’Eucaristia celebrata è bene ricordare che, se il precetto eucaristico è sospeso, non viene meno il precetto festivo domenicale, inteso qui come il dovere, il diritto e il dono di vivere il giorno del Signore come giorno di festa e di comunione, nella memoria della Resurrezione del Signore. Alla possibilità di una visita in chiesa per la preghiera, si unisce l’invito a radunarsi per la preghiera familiare, aiutati da opportuni sussidi offerti dalle Diocesi. Anche le odierne possibilità offerte dalla comunicazione digitale incoraggiano una qualche forma di partecipazione alla liturgia eucaristica celebrata nella propria chiesa, oppure in collegamento con le celebrazioni trasmesse dai canali televisivi e digitali. La possibilità di stabilire un rapporto con quanti conosciamo e abitualmente frequentiamo nelle nostre comunità ci spingono ad utilizzare tutti i mezzi moderni che abbiamo a disposizione, dai media ai telefonini, per farci vicini soprattutto ai malati e agli anziani e fare del giorno del Signore il giorno della carità.
Non dimentichiamo che la Quaresima è tempo propizio per esercitare in modo più intenso la carità verso i poveri, i malati e sofferenti e quanti vivono ai margini della nostra società. In questo campo sollecito in particolare i giovani a farsi promotori di iniziative di solidarietà e servizio, ad esempio dandosi disponibili alle necessità di tanti anziani soli, in collaborazione con i gruppi caritativi o le associazioni che si occupano dei poveri: il tutto rispettando sempre le norme prescritte dalle disposizioni.
Infine, condivido con ciascuno di voi una riflessione personale sul momento che stiamo vivendo. Il Coronavirus, con cui dobbiamo ogni giorno fare i conti, ci sta insegnando qualcosa di fondamentale: una società come la nostra all’avanguardia nella tecnologia, nella medicina, nelle previsioni del futuro, viene messa in ginocchio, nel caos e nella paura, da un piccolissimo virus, che ci spaventa come un mostro invincibile e ci obbliga a cambiare radicalmente la nostra vita quotidiana. Il virus che ci preoccupa tanto dovrebbe farci comprendere che la precarietà fa parte della nostra vita umana, come un DNA che resta imperituro malgrado tutte le nostre capacità, ricchezze e scoperte.L’esperienza che stiamo vivendo ci insegna che dovremmo essere molto più umili e che la vita e la morte, il tempo e il futuro non ci appartengono e non ne siamo gli assoluti padroni ma c’è un di più a cui dobbiamo riferirci, a cui chiedere aiuto e protezione, che è Gesù, il Figlio prediletto del Padre celeste e il nostro Salvatore. Solo il suo Vangelo che apre il nostro cuore a Dio e ai fratelli resisterà ad ogni male, perché può contare sulla sua forza divina, questa sì invincibile ed eterna.
Il ritiro di Quaresima per sacerdoti e diaconi della Diocesi di Torino predicato dall’Arcivescovo Cesare Nosiglia, in agenda mercoledì 11 marzo 2020 non si terrà a Pianezza ma sarà trasmesso in diretta streaming, dalle ore 10, sul canale Youtube e sulla pagina Facebook della Diocesi di Torino.
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