Cronaca
Aggredita donna cinese di giorno e in pieno centro a Torino: “se non denuncio ricapiterà a qualcun altro”
Il razzismo latente verso la comunità cinese trova in questi giorni di psicosi da coronavirus un motivo per manifestarsi. Hu è una donna cinese, arrivata a Torino nel 1997 e qui si è stabilita. Gestisce un bar a Porta Palazzo, ha tre figli, il più grande fa già l’università. Apre la sua attività ogni mattina alle 5 e la chiude alle 18. Poco tempo per altro, come ben sa chi ha un locale da mandare avanti.
Tante ore in piedi le causano un mal di schiena fortissimo, così si reca da un fisioterapista nei pressi di via Cernaia per alleviare il dolore. Stava camminando giovedì scorso verso le 17 vicino a corso Siccardi quando fermandosi a un rosso ha sentito una coppia di italiani, che potevano avere dai 30 ai 40 anni, insultarla.
Alle parole “Cinese di merda, virus, vai via da Torino” Hu ha reagito come chiunque altro avrebbe fatto, ignorandoli, non tanto per noncuranza ma per la paura di scatenare qualcosa di più. Quando Hu supera l’incrocio arrivando davanti a una nota gelateria della zona i due rincarano. L’uomo si ripete: “Cinese di merda, vai via, tu hai il virus” mentre la donna fa una variazione sul tema: “Vai via altrimenti ti ammazzo, cinese di merda”. A quelle urla Hu cerca di calmare la coppia spiegando che anche se è cinese non per forza ha il coronavirus e per farsi lasciar stare dice loro che avrebbe chiamato la polizia se non avessero smesso di importunarla.
Al tentativo di Hu di digitare il 112, la donna della coppia le sferra una manata al collo per poi colpirla con calci e pugni. L’uomo intanto continua a inveirle contro.
L’aiuto di passanti e clienti della gelateria allontanano i due violenti. Raggiunto lo studio di fisioterapia, la dottoressa che la vede le consiglia di denunciare. Hu si convince, lo fa per i suoi figli e per la comunità, “se non denuncio ricapiterà a qualcun altro”, dice.
Al Gradenigo la dimettono con la diagnosi di distrazione cervicale da aggressione, ne avrà per sette giorni.
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