Cronaca
Saint-Pierre, comune sciolto per ‘Ndrangheta. La decisione arriva dopo la delibera del Consiglio dei Ministri
Giovedì 6 febbraio Il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro Luciana Lamorgese, ha deliberato lo scioglimento del Consiglio comunale e il commissariamento dell’amministrazione del comune di Saint-Pierre, in Val D’Aosta, a causa delle infiltrazione della ‘Ndrangheta.
La decisione arriva dopo l’ispezione dei commissari nel comune Valdostano a seguito dell’operazione Geenna della Dda e dei Carabinieri di Torino che lo scorso 23 gennaio aveva portato all’arresto di 16 persone.
Tra gli arrestati c’era anche Monica Carcea, assessore alla programmazione finanziaria dimessasi pochi giorni dopo il blitz. L’accusa è di concorso esterno in associazione mafiosa (la prima udienza ci sarà l’11 marzo presso il tribunale di Aosta).
Secondo gli investigatori, nel 2015 l’ex-assessore avrebbe goduto di un sostegno elettorale frutto di un accordo criminale capeggiato, secondo gli inquirenti, da Marco Fabrizio Di Donato. Carcea avrebbe invocato l’aiuto di Di Donato e di un secondo uomo, il ristoratore Antonio Raso, per mettere pressioni ad Alessandro Fontanelle, anch’egli assessore della giunta, il quale stava “creando difficoltà”. Sempre secondo l’accusa Carcea avrebbe favorito un’azienda in un appalto per la gestione dei trasporti scolastici per “ricambiare” il favore.
La commissione che ha lavorato sul comune di Saint-Pierre era formata da due funzionari di Prefettura e da un ufficiale della Guardia di finanza. La relazione è stata poi trasmessa al Presidente della Regione e successivamente è stata inviata al Ministero dell’Interno.
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