Spettacolo
Grace Jones in esclusiva italiana a Todays Festival a Torino
Grace Jones, artista e cantante dal successo mondiale straordinario e interprete di sperimentazioni pop, attrice e modella giamaicana richiestissima e figura iconica che con la sua bellezza androgina, sarà in concero in esclusiva italia a Torino, al Todays Festival, venerdì 28 agosto allo Spazio211. Grace Jones ha ridefinito l’estetica di un intero decennio, e con la sua musica è stata in grado di passare con disinvoltura dai successi della disco music solare degli anni 70, dalla superba commistione di stili e le cupe atmosfere new wave degli anni d’oro al più recente magnetico e selvaggio ritorno sulle scene.
Grace Jones ufficialmente è nata 70 anni fa, anche se è difficile conciliare il suo aspetto iconograficamente sintetico e le sue esibizioni live sui più importanti palchi di tutto mondo con la sua età: nata in Giamaica il 19 maggio 1948, da allora attraversa tutti i tipi di controcultura, alimentando la sua attitudine alla ribellione. Prima di diventare una cantante di successo internazionale, Jones era stata una modella scappata da un’adolescenza difficile.
A 18 anni, scappa dalle attenzioni violente e oppressive di uno zio fanatico religioso per raggiungere i genitori nello Stato di New York insieme ai fratelli Bishop Noel Jones (suo gemello, poi attore) e Christian. La sua infanzia influì molto sul carattere ribelle e provocatorio, che mostrò fin dall’inizio degli anni Settanta, quando lavorava per le più importanti riviste e case di moda tra New York e Parigi, imponendo il suo look, fino a riuscire a conquistare l’attenzione di stilisti quali Yves Saint Laurent, Claude Montana e Kenzō Takada. Con il suo corpo statuario e il suo carisma quasi selvaggio sfila per loro e posa per le copertine di magazine come Elle e Vogue davanti all’obiettivo dei più grandi fotografi, da Helmut Newton a Guy Bourdin, in foto diventate pezzi memorabili della cultura pop degli anni Ottanta.
Organizzatrice di feste memorabili, disturbatrice e provocatrice di eventi formali, nel 1977 decide dii debuttare sulla scena musicale e si presenta al pubblico cantando in compagnia di leoni e leopardi: la notorietà arriva da subito con le sue famose rivisitazioni in chiave disco di pezzi evergreen, tra le quali la famosissima e acclamata cover del classico di Edith Piaf “La Vie En Rose”. Firma con la storica Island Records che, ammaliata dalla sua presenza scenica, produce i primi tre album “Portfolio” (1977), “Fame” (1978) e “Muse” (1979), successi planetari che in poco tempo accrescono la sua fama a vera e propria icona musicale. In questi anni Jones è ospite dei più importati club internazionali e del famoso nightclub Studio 54 di New York, soprannominata “la pantera” diventa la beniamina degli ambienti radical chic della Grande Mela, sessualmente provocante ed estremista in uno stile statuario, frequenta i locali più alla moda, dove conosce e diventa amica di Karl Lagerfeld, Keith Haring e Andy Wahrol, di cui divenne musa ispiratrice per i ritratti più iconici.
Verso la fine degli anni ’70, Jones si accosta all’emergente ondata new wave ridefinendo il suo stile. In collaborazione con i produttori della Island Records – Chris Blackwell, Alex Sadkin e Compass Point All Stars – registra gli album acclamati dalla critica “Warm Leatherette” (1980) e “Nightclubbing” (1981). I lavori includono le celebri cover e rivisitazioni dance dei brani di Sting (“Demolition Man”), Iggy Pop e David Bowie (“Nightclubbing”), Roxy Music (“Love is the Drug”), Astor Piazzolla (“I’ve Seen That Face Before (Libertango)” – utilizzato nella colonna sonora del film “Frantic”) e Tom Petty (“Breakdown”). I due album contengono anche i brani originali “A Rolling Stone”, “Feel Up” e la hit “Pull Up to the Bumper”, giunta al secondo posto della Billboard Hot La Dance Club per sette settimane e nella Top 5 single della U.S. R&B chart, con un testo molto esplicito, e che secondo Richard Vine del The Guardian fu “una di quelle rare canzoni capaci di replicare la sensazione di essere in una discoteca”
In quello stesso periodo vive un rinnovamento non solo musicale ma anche estetico ideato insieme all’artista e compagno Jean-Paul Goode, che scatta le foto delle sue copertine più famose.
Jones riplasma la sua immagine con un look severo e androgino, i capelli a spazzola e abiti dal taglio maschile. Attira diverse critiche con la sua apparizione in topless sulla rivista Playboy e con i suoi ritratti nudi in gabbia.
L’album seguente “Living My Life” (1982), con influenze reggae, contiene la hit “My Jamaican Guy”. Nel 1985 collabora con il grande produttore pop Trevor Horn per il collage musicale “Slave to the Rhythm”, e nel 1986 con Nile Rogers per “Inside Story”, che contiene la hit, in vetta alla Billboard 100, “I’m Not Perfect (But I’m Perfect For You)” scritta insieme a Bruce Wooley.
Nel 1989 pubblica “Bulletproof Heart” con il brano al primo posto della U.S. Hot Dance Club Play “Love on Top of Love (Killer Kiss)” prodotto da David Cole e Robert Clivilles della C&C Music Factory. Il suo incontestabile successo è merito di un timbro vocale particolare e di uno spirito apertamente provocatorio, apprezzato dalla comunità LGBT prima e da un pubblico più ampio poi, merito delle copertine e dei videoclip visionari e avanguardisti, di una coerenza senza compromessi e di uno stile eclettico e sopra le righe, che a partire dalla disco music l’ha vista esplorare i territori della new wave, del funk, del pop, del reggae, seguita dai più importanti produttori.
All’inizio degli anni Ottanta, Jones ha una relazione con la sua guardia del corpo svedese, Dolph Lundgren, noto come l’Ivan Drago di Rocky IV. Negli anni ’80 debutta come attrice, diventando celebre per i suoi ruoli cinematografici in film come “Conan il distruttore” (1984) con Arnold Schwarzenegger, dove interpreta una guerriera amazzone, grazie al quale riceve una candidatura ai Saturn Award come miglior attrice non protagonista, “007 – Bersaglio mobile” (1985) con Roger Moore, imponendosi come nuova bond girl e riuscendo a ottenere un’altra nomination ai Saturn Award, “Il principe delle donne”, il thriller “Vamp” (dove interpreta il ruolo di regina dei vampiri e ottiene una terza candidatura ai Saturn Award) e “Boomerang” (1992) con Eddie Murphy (per il quale ha registrato la canzone “7 Day Weekend”).
Dopo un lungo periodo di pausa, Jones ritorna sulle scene nel 2008 con l’album “Hurricane” che riscuote un ottimo successo di critica, con contributi di uno dei maggiori esponenti del trip hop inglese Tricky e dell’acclamato compositore Brian Eno.
Nel 2014 partecipa alla colonna sonora del film “Hunger Games: Il canto della rivolta – Parte 1” con il brano “Original Beast”.
La sua autobiografia, “I’ll Never Write My Memoirs”, è stata pubblicata nel 2015 vincendo NME Award al miglior libro.
Nel 2017 collabora con i Gorillaz di Damon Albarn nel brano Charger, prende parte ad alcuni dei più importanti festival musicali al mondo come il Primavera Sound a Barcellona tra hula hoop, body painting e costumi di scena e riceve una nomination agli UK Festival Award per la categoria Headline Performance of the Year e Momento Più Memorabile.
Nel 2018 ha pubblicato il film evento documentario sulla sua vita, dal titolo “Grace Jones: Bloodlight and Bami”, per la regia di Sophie Fiennes: un viaggio elettrizzante attraverso la carriera pubblica e la vita privata, ospitato in anteprima italiana ala XXXV edizione del Torino Film Festival. Nel 2019 sotto il cielo stellato degli Champs Elisée, nella fashion week parigina la Jones sfila durante lo show di Tommy Hilfiger e Zendaya, calcando la passerella con una incredibile empatia di fronte agli occhi della platea entusiasta puntati sul suo corpo longilineo, per nulla segnato dal tempo che scorre. Grace Jones è stata più volte nominata ai Grammy Awards e anche agli MTV Music Awards, e ai Q Music Awards vincendo il Premio Idol.
Nel 2020 curerà e suonerà allo storico festival inglese Meltdown nel mese di giugno, diretto in precedenza, da Cure, David Bowie, Nick Cave, Morrissey, Massive Attack e tanti altri e ad agosto sarà in data unica italiana a TODAYS Festival a Torino.
A guardarla viene da pensare che potrebbe vivere per sempre “Non mi sento mai vecchia, mi sento più saggia”, ha dichiarato lei, che non ha perso per nulla la voglia di provocare “Non seguo gli scandali, li creo”.
Grace Jones è un’artista più che mai viva e potente, che apre un altro capitolo di shock ed eccessi e suona più moderna di sempre e che con la sua marmorea silhouette e una personalità empatica e integra si pone come modello da rincorrere per le nuove generazioni di popstar.
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