Ambiente
Secondo il WWF la Ferrero è un esempio mondiale per l’utilizzo di olio di palma sostenibile
Con un punteggio di 21,5 su 22, il WWF mette al primo posto Ferrero nelle Palm Oil Buyers Scorecard, le valutazioni delle aziende che supportano l’uso di olio di palma sostenibile.
La classifica stilata dal WWF arriva alla vigilia del World Economic Forum di Davos, l’incontro dove le aziende presenteranno i loro progetti per la sostenibilità ambientale.
Le Palm Oil Buyers Scorecard sono le valutazioni che il gruppo ambientalista ha stilato inserendo le aziende che più di tute supportano l’utilizzo di olio di palma sostenibile col fine di ridurre la problematica della deforestazione nella aree tropicali.
I risultati tuttavia non sono soddisfacenti. Nessuna azienda ha raggiunto il voto massimo di 22 stabilito dal WWF. La classifica è stata stilata prendendo in considerazione le strategie utilizzate dai principali retailer, aziende di food, e produttori di beni di consumo in Canada, Stati Uniti, Europa, Australia, Indonesia, Malesia e Singapore.
Tra le 173 aziende studiate solo il gruppo Ferrero è riuscita infatti a superare il punteggio di 20 mentre le altre in classifica non sono riuscite a ottenere risultati così positivi.
L’impatto dell’olio di palma può essere devastante per l’ambiente quando non lo si produce in maniera sostenibile ed è per questo che il WWF ha deciso di stilare questa classifica per monitorare l’impegno delle principali aziende mondiali che utilizzano questo prodotto. Le prime 5 classificate, oltre a Ferrero, sono Edeka, Kaufland, L’Oréal e IKEA.
I risultati quindi evidenziano come i membri del “Consumer Goods Forum”, una piattaforma industriale che raccoglie produttori e distributori con le quali le aziende si sono impegnate a ridurre l’impatto della deforestazione nelle filiere, sono in ritardo rispetto agli impegni presi.
Ferrero, Kaufland, L’Oréal, Marks & Spencer, dm-drogerie markt, The Co-operative Group UK, Rewe Group, Mars, Friesland Campina e Nestlé sono le aziende che davvero hanno dimostrato un impegno nei confronti del cambio di paradigma in favore della sostenibilità ambientale. Ancora decisamente troppo poche.
“Le sfide che il nostro pianeta deve affrontare oggi sono molteplici e sempre più imponenti. A ciò si aggiunge il devastante effetto che la coltivazione della palma da olio ha avuto negli scorsi decenni. Di fronte a ciò le aziende devono andare oltre la sola riduzione degli impatti delle proprie filiere – ha commentato Elizabeth Clarke la Palm Oil Lead di WWF International -. All’inizio di questa nuova decade, le aziende devono accettare le proprie responsabilità e promuovere l’approvvigionamento sostenibile di olio di palma, includendo azioni più ampie, coraggiose e rapide di quanto fatto finora.”
“L’aspetto positivo è che il 2020 rappresenta una straordinaria opportunità per le aziende di unirsi a policy makers e consumatori nell’impegno verso l’approvvigionamento di olio di palma che non metta più in pericolo natura e foreste, questo impegno nell’olio di palma è componente vitale dell’ambizioso programma New Deal for Nature and People che pone la natura sulla via di recupero entro il 2030. La natura è sotto una pressione senza precedenti e noi dobbiamo muoverci tutti insieme a cominciare dal 2020 per garantire un futuro sostenibile alle persone e al pianeta. Ci aspettiamo che le aziende decidano di affrontare questa sfida” ha concluso la Clarke nelle sue dichiarazioni.
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