Cronaca
Torino, Coordinamento Contro la Violenza sulle Donne: presentati i dati
Presso l’Assessorato ai Diritti, si è svolta l’assemblea del Coordinamento Contro la Violenza sulle Donne, nel corso della quale sono stati presentati i dati raccolti dai centri aderenti al Coordinamento e riguardanti le caratteristiche delle donne accolte nel corso del 2018. Il Coordinamento Contro la Violenza sulle Donne (CCVD), istituito dalla Città di Torino nel 2000 e ampliato al territorio provinciale nel 2010, è una rete interistituzionale che comprende soggetti sia pubblici che privati ed è formata da quei soggetti che sul territorio della Città di Torino e sul territorio della provincia si occupano di contrastare la violenza maschile di genere.
I dati presentati sono relativi alle sole donne che hanno chiesto aiuto ai centri aderenti al CCVD che prendono parte alla rilevazione: un campione parziale e non rappresentativo di tutte le donne che subiscono violenza.
Hanno aderito alla rilevazione 2018 del CCVD 24 centri sia pubblici che privati, presenti sul territorio cittadino e metropolitano (tra cui centri antiviolenza e case rifugio iscritti all’albo regionale, gestiti sia da enti pubblici – come la stessa Città di Torino, che gestisce un centro antiviolenza e una casa
rifugio – che da associazioni private, sportelli di ascolto gestiti da associazioni, presidi sanitari – che comprendono sia centri specializzati come il Soccorso Violenza Sessuale dell’Ospedale S. Anna, o come il centro di ascolto Demetra dell’Ospedale Molinette, sia pronto soccorsi).
Nel 2018 sono state raccolte in totale 1115 schede, che corrispondono ad altrettante donne. Il trend dei dati raccolti è in crescita (822 casi nel 2016, 943 casi nel 2017). Prima del 2016, si è avuto un incremento di casi dovuto prevalentemente al progressivo aumento del numero dei centri che prendevano
parte alla rilevazione: si è partiti da 5 centri nel 2007, per arrivare ai 24 centri del 2018.
A partire dal 2016 si assiste però anche ad un aumento dei casi – in particolare per quanto riguarda il territorio provinciale – che è da leggere non tanto nei termini di un aumento, quanto piuttosto ad una progressiva emersione del fenomeno, grazie sia alla istituzione di una rete regionale di centri antiviolenza e quindi alla possibilità per le donne di individuare con maggiore chiarezza dove rivolgersi, sia alla qualità del lavoro svolto dai centri stessi.
Il 46% delle donne che compongono il campione CCVD risiede a Torino, mentre le altre risiedono prevalentemente in provincia.
La residenza della donna però non sempre è indicativa: si tenga presente che, mentre le donne residenti a Torino si rivolgono per oltre il 95% dei casi a centri collocati in città, oltre un terzo delle donne residenti in provincia si rivolge ad un centro cittadino forse in cerca di maggiore anonimato oppure perché si sposta comunque in città per lavoro.
Al di là delle variazioni riscontrabili nel passaggio da un anno all’altro, variabili anche in base alla diversa tipologia delle donne accolte o del tipo di centri che partecipano alla rilevazione, il campione CCVD si distingue rispetto ad altri campioni di donne che subiscono violenza per alcune caratteristiche peculiari:
– la più giovane età delle donne: è infatti composto dal 25% di donne con età inferiore o uguale ai 30 anni;
– la più elevata percentuale di donne straniere che lo compongono – caratteristica che contribuisce tra l’altro all’abbassamento dell’età, essendo le donne straniere più giovani rispetto alle italiane. Il 62% sono donne italiane, il 38% straniere – con una prevalenza (oltre il 70%) di donne extracomunitarie ovvero che non sono cittadine europee;
– la più elevata percentuale di donne che hanno subito una violenza sessuale anche grazie alla partecipazione alla rilevazione di un centro dedicato come SVS (Centro Soccorso Violenza Sessuale), che da solo raccoglie il 40% di tali casi.
La tipologia delle violenze subite in ordine decrescente di diffusione all’interno del campione – tenendo conto che ogni donna può aver subito più di un sopruso – risulta che l’86% ha subito violenza psicologica, il 73% fisica, il 40% economica, il 28% sessuale e il 27% stalking.
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