Seguici su

Alessandria

Borsalino: 5 indagati per la cessione del marchio a Philippe Camperio

Pantaleo Romano

Pubblicato

il

Al termine degli accertamenti investigativi condotti dalla Guardia di Finanza, sono 5 gli indagati per bancarotta nell’inchiesta seguita alla cessione del marchio Borsalino.

La cessione del marchio Borsalino al centro dell’inchiesta della procura coordinata dal Procuratore aggiunto Tiziano Masini.
Gli indagati per bancarotta fraudolenta per distrazione del marchio Borsalino sono Philippe Camperio, Raffaele Grimaldi, Marco Moccia e Francesco Canepa. L’accusa di bancarotta preferenziale, a favore di Mediocredito, è stata contestata a tutti e 5 gli indagati.

Camperio è il patron di Haeres Equita Srl, società che ha acquisito la proprietà di Borsalino spa, società che a sua volta possiede lo storico marchi di cappelli. Grimaldi, Moccia e Canepa sono componenti del consiglio di amministrazione della Spa «Borsalino Giuseppe e fratello», fallita nel 2017. Paolo Pavia, il quinto indagato, è un funzionario di Mediocredito Italiano spa.

Una vicenda complessa che ha portato gl’investigatori a tornare indietro fino al 2008, anno in cui la società «Borsalino Giuseppe e Fratello spa», che versava in difficili situazioni economiche, cede il marchio all’istituto Mediocredito Italiano. La cessione avviene con un’operazione di Lease-Back. Con questa operazione Mediocredito diventa proprietaria del marchio in cambio di nuovi finanziamenti a Borsalino, la quale versa canoni di locazione mensile con il diritto di riscatto del bene una volta terminato il contratto.

Nel 2015, a seguito del crac miliardario dell’astigiano Mauro Marenco, l’azienda viene data in locazione alla società Haeres Equita secondo la procedura di concordato già avviata. L’amministratore Camperio versa così i canoni di locazione a Mediacredito per poter utilizzare il marchio.

Secondo gli investigatori i primi canoni vengono versati ma a partire da novembre 2016 ogni pagamento termina. Nella nota rilasciata dalla Guardia di Finanza si legge che: «Nonostante gli amministratori di Borsalino spa fossero a conoscenza degli omessi pagamenti non esercitavano le azioni necessarie a tutelare i diritti di credito della società, contribuendo, in tal modo, a creare le condizioni che hanno determinato la risoluzione del contratto di leasing».

Così facendo Mediocredito, dopo mesi di mancati pagamenti, nel maggio 2017, fa valere nei confronti di Borsalino spa la clausola risolutiva per mancato pagamento dei canoni. Mediocredito diventa la proprietaria del marchio che dopo un mese passa a Haeres Equita per 17 milioni e mezzo di euro.

Secondo gli inquirenti si sarebbe trattato di condotte illecite per evitare la procedura competitiva, prevista per legge, che mira alla vendita di un bene al miglior offerente. Sempre secondo gli inquirenti, in questo modo si sarebbe creato un danno patrimoniale ai creditori di Borsalino Spa, ad eccezione di Mediocredito che, secondo l’accusa, avrebbe incassato in modo preferenziale, 17 milioni e mezzo di euro in cambio del marchio per il quale «ha poi corrisposto a Borsalino spa un importo assai inferiore al suo valore residuo» come riporta la nota della Guardia di Finanza.

La società Borsalino Spa, tuttavia, senza il marchio Borsalino non vale nulla ed è costretta a dichiarare fallimento.

Dal punto di vista penale emergono ora le ipotesi di «strategie aziendali fraudolente» come evidenziato dalla Guardia di Finanza e che potrebbero portare a breve ad un provvedimento di avviso di chiusura indagini da parte del procuratore aggiunto Masini.

Iscrivi al canale Quotidiano Piemontese su WhatsApp, segui la nostra pagina Facebook e continua a leggere Quotidiano Piemontese

E tu cosa ne pensi?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *