Cultura
Debutta al Teatro Gobetti di Torino “La Locandiera” di Carlo Goldoni con Amanda Sandrelli, regia di Paolo Valerio e Francesco Niccolini
Sarà in scena al Teatro Gobetti, a partire da martedì 14 gennaio 2020, alle ore 19.30, “La Locandiera” di Carlo Goldoni, interpretato da Amanda Sandrelli e Alex Cendron, Giuliana Colzi, Andrea Costagli, Dimitri Frosali, Massimo Salvianti, Lucia Socci. Adattamento e drammaturgia sono di Francesco Niccolini, che ha curato anche la regia insieme a Paolo Valerio. Le scene sono di Antonio Panzuto, i costumi di Giuliana Colzi, le luci di Marco Messeri e le musiche di Antonio Di Pofi.
Lo spettacolo, prodotto da Arca Azzurra Produzioni e dal Teatro Stabile di Verona, resterà in scena al Teatro Gobetti per la Stagione in Abbonamento del Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale fino a domenica 26 gennaio.
Amanda Sandrelli è Mirandolina in questo allestimento della Locandiera di Goldoni firmato da Francesco Niccolini e Paolo Valerio. Una versione della più amata e fortunata delle commedie del drammaturgo veneziano che rompe con i cliché e dà alla astuta ostessa fiorentina la statura di una paladina ante litteram dell’emancipazione femminile. Per quasi duecento anni la tradizione ha voluto che Mirandolina fosse inchiodata alla sua natura dolciastra, un po’ cocotte, effervescente, gaia ed esuberante.
Ma La locandiera è considerato a buon diritto un capolavoro del teatro di tutti i tempi non certo perché la sua protagonista sia l’incarnazione del brio e dell’effervescenza. Tutt’altro, sottolineano i registi: «È una donna feroce, orfana, abituata a comandare, a difendersi e a lottare». Una donna «lusinghiera e pericolosa» dalla quale lo stesso Goldoni mette in guardia. Pericolosa forse perché rivendica la sua libertà, per la quale è pragmaticamente disposta a tutto, compresa la rinuncia al sogno d’amore. Una «donna amazzone», in un mondo in cui le donne sono solo oggetto di piacere o disprezzo, capace di tenere testa a quattro uomini e avere la meglio su di loro. Tra il Conte parvenu, lo spiantato Marchese, l’altezzoso Cavaliere (interpretato da Alex Cendron) e il servo tuttofare Fabrizio, fra i quali per tutta la commedia si destreggia con le sue arti seduttive, Mirandolina sceglie di restare fedele a se stessa e al suo desiderio di libertà. Dimostrando, con una concretezza che sfiora il cinismo, come la sua proverbiale civetteria «non sia frivolezza, ma calcolo».
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