Cronaca
Ivrea: paziente psichiatrico in astinenza da alcol semina il panico all’ospedale
Il caso è avvenuto nella serata di ieri, 6 gennaio, nel reparto di medicina dell’ospedale di Ivrea.
L’uomo era un soggetto pericolo che aveva già avuto problemi all’ospedale di carognè. In un attacco di ira, causato probabilmente dalla mancanza di alcol, ha rotto una finestra nel reparto di medicina seminando il panico fra pazienti e personale sanitario. Per precauzione tre degenti sono stati trasferiti in altri reparti.
Sul caso è arrivata la dichiarazione del segretario di Nursind, Sindacato delle Professioni Infermieristiche, Giuseppe Summa: «Quanto è accaduto ieri sera è di una gravità inaudita. Prima o poi qui si rischia che ci scappi il morto. Non comprendiamo come sia possibile che un paziente altamente aggressivo venga ricoverato in un reparto di medicina generale, dove la carenza di personale la fa da padrone ormai da diverso tempo. Per fortuna grazie alla capacità del personale presente in turno la situazione non è degenerata, ma il rischio per gli altri pazienti e per gli stessi operatori è stato elevatissimo. Altri tre pazienti presenti in quella stanza resa inagibile, sono stati trasferiti presso altri reparti. Il reparto di Medicina di Ivrea è una realtà difficilissima dove gli operatori presenti si stanno facendo quotidianamente in quattro per mandare avanti il servizio, nonostante da mesi attendono invano più personale. E a peggiorare la situazione si è messo di mezzo anche l’iperafflusso. Inoltre di notte sono presenti solo due infermieri e un OSS per 44 pazienti».
Anche Francesco Coppolella, Segretario Regionale del Nursind, è tornato sulla questione sicurezza ospedaliera: «Il fenomeno delle aggressioni al personale nei luoghi più a rischio come il pronto soccorso, ma anche i reparti di degenza sta evolvendo spaventosamente e pericolosamente. Certi luoghi di cura sono diventati zona franca. Bisogna intraprendere interventi legislativi urgenti oltre a prevedere posti di polizia o personale addetto alla sicurezza nei luoghi più a rischio. Ricordiamo che le aziende sono responsabili della sicurezza del personale e non si può far finta ancora di nulla».
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