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La protesta contro il 5G arriva in piazza: anche a Torino il 25 gennaio

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Il dibattito ogni volta che arriva una nuova tecnologia o si fa una scoperta è d’obbligo, almeno per un principio di precauzione. Ricordiamo l’uso indiscriminato del radio a inizio secolo scorso, prima che si conoscessero i danni che causa agli esseri viventi. La protesta contro il 5G da parte dell’alleanza italiana stop 5G arriva nelle piazze il 25 gennaio e a Torino si riunirà in piazza Castello. Gli aderenti al movimento sono sicuri della sua pericolosità e chiedono lo stop della sperimentazione della tecnologia. 24 comuni italiani hanno aderito con ordinanza del sindaco.

Torino è una delle prime città d’Europa a sperimentare il 5G in collaborazione con Tim, molti produttori di smartphone hanno già adeguato gli ultimi modelli per poter utilizzare la nuova rete, ma allora quali rischi ci sono?

Le radiazioni elettromagnetiche, si dividono in ionizzanti (dall’UV ai raggi gamma passando dai raggi X) e non ionizzanti, non abbastanza energetiche da spezzare legami chimici e quindi da determinare danni cellulari. Le onde delle radiofrequenze dei cellulari rientrano tra quelle non ionizzanti e pur aumentando di molto l’esposizione a esse, non ci sono dati che indichino un rischio per la salute.

Opera di Spazturtle

Steven Novella, neurologo e scienziato americano promotore dello scetticismo scientifico fa un esempio riportato da howtogeek.com abbastanza chiaro: “Stiamo sempre parlando di potenze e frequenze minori della luce (visibile). Se uscite fuori al sole, siete inondati da radiazioni elettromagnetiche di gran lunga più forti di quelle delle torri cellulari 5G.”

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