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Cronaca

Nicoletta Dosio: «No a richieste di grazia». E intanto Erri de Luca firma una poesia per lei

Pantaleo Romano

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La 73enne attivista NoTav arrestata il 30 dicembre si schiera contro una grazia a suo favore preferendo una sorta di «amnistia sociale».

«No a richieste di grazia o a provvedimenti di clemenza che riguardino soltanto la mia persona». Così Nicoletta Dosio spegne l’idea di una grazia offerta dal Presidente della Repubblica a suo favore. L’idea era arrivata da varie parti fra cui i Giuristi Democratici e Paolo Cento (Sinistra Democratica-Leu).
La Dosio sarebbe favorevole, in linea di principio, con una sorta di «amnistia sociale» per i reati che connessi alla povertà generata dalla crisi (come l’occupazione abusiva di immobili).

In suo favore intanto arriva una petizione su Change.org e una serie di iniziative di solidarietà, a partire dalla manifestazione dei NoTap a Lecce al grido: «Dal Salento alla Val di Susa Nicoletta libera!» i quali testimoniano la vicinanza del movimento Salentino a quello della Val Susa dichiarando che «i progetti Tav e Tap sono contro i territori».

Anche Erri de Luca si muove in difesa dell’attivista settantenne e lo fa attraverso le parole, con una poesia che riportiamo integralmente:

Da Erri a Nicoletta

Forse stasera, Nicoletta, pensi: se morissi in prigione
se l’ufficio matricola fosse stato il vestibolo.
Il nome sarebbe inciso sulle pietre,
per avere seguito la libertà ostinata, solitaria
di non cedere, chiedere.
Forse stasera, Nicoletta, pensi,
perché sono pensieri prigionieri,
vengono e vanno a chi si meraviglia
di quanto chiasso facciano le chiavi,
nell’officina della penitenza.
Poi ti copri meglio, altri pensieri,
avevi pronto un bagaglio d’inverno.
Sì, il buon nome è cosa meritata,
però pure la vita, che è merito a se stessa,
batte piano nelle vene la sua sillaba:Sì,
così caparbia da spremere dagli occhi
due gocce di gratitudine per lei
e per il tuo stupito capodanno,
che sembrava la festa del tuo ingresso.
È già passato il numero di un anno.
È l’ora di domani, Nicoletta,
la cella è un giorno avanti,
perché tu sei quel giorno.

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