Economia
Fca-Psa: l’annuncio ufficiale della fusione è atteso per domani
Il memorandum che da l’ufficialità alla creazione del 4° gruppo automobilistico al mondo sembra oramai imminente.
Il progetto della fusione tra Fra e Psa ha ottenuto la benedizione del governo francese, azionista del gruppo Psa con il 12% delle quote, ed è quindi questione di ore affinché arrivi l’ufficialità.
Secondo quanto fa sapere Ansa sarebbe arrivato il via libera del consiglio di sorveglianza di Psa al Protocollo di accordo per le nozze con Fiat-Chrysler. Dal gruppo arriva un secco “no comment” che non conferma né smentisce le indiscrezioni.
L’annuncio ufficiale dell’accordo, pronosticato da entrambe le parti entro fine anno, è atteso domani.
«Quello tra Groupe Psa e Fca è un accordo che ha senso allo scopo di costruire un campione su scala globale per affrontare le sfide della mobilità sostenibile», ha commentato un funzionario del ministero della Finanze francese.
I posti assegnati nel Cda della nuova società sono 5 per i francesi e altri 5 per Fca. A questi si aggiunge Carlos Tavares, attuale numero di Psa e Ad del futuro gruppo.
I punti del contratto vagliati oggi dal consiglio di sorveglianza di Groupe Psa sono 3: la governance di lungo termine, l’uscita graduale dall’azionariato dei cinesi di Dongfeng e le potenziali difficoltà di Fca.
Il gruppo conterà circa 8,7 milioni di auto e per il settore non è un buon momento, come testimonia l’outlook globale negativo di Moody’s. Oltre alle difficoltà del settore testimoniate dall’agenzia di rating si aggiunge l’intenzione della Presidente della Commissione Ue Ursula Von Der Leyen di ridurre ulteriormente i limiti alle emissioni delle così da incentivare l’acquisto di auto elettriche.
Problemi e cambiamenti di scala globale che potrebbero dare filo da torcere al neonato gruppo oltre che alla forza lavoro del sotto. Secondo Moody’s il calo del settore nel prossimo anno sarà dello 0,9% dopo il calo del 3,8% del 2019.
Tutto ciò non fa che incrementare le preoccupazioni nei sindacati e tra i lavoratori, in Italia e in Francia, nonostante le rassicurazioni del gruppo.
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