Cronaca
Novara, non gli rinnovano il contratto e brucia alcune macchine
La sera del 2 marzo 2019, verso le ore 22.40, a Novara, in corso Risorgimento, si è verificato un vasto incendio che ha colpito quattro veicoli parcheggiati all’interno di un cortile condominiale, in particolare due furgoni cassonati di proprietà di una società cooperativa addetta alle pulizie, una BMW X1, completamente distrutti, ed una Fiat 500, parzialmente danneggiata, questi ultima di proprietà di condomini.
Sul posto, insieme ai Vigili del Fuoco ed al soccorso sanitario, intervenivano immediatamente gli equipaggi delle Polizia di Stato che, a causa della vastità delle fiamme, dell’intensa coltre di fumo e delle esplosioni conseguenti all’incendio dei veicoli, provvedevano all’evacuazione dei due immobili prospicenti, abitati da circa 20 persone.
Una volta messa in sicurezza l’area, la Squadra Mobile ha immediatamente avviato le attività investigative, coadiuvata – per i rilievi tecnici – da personale del locale Gabinetto Provinciale di Polizia Scientifica.
Già i primi accertamenti, sebbene resi difficoltosi dall’ora notturna, evidenziavano la natura dolosa dell’incendio.
I mezzi incendiati, alimentati a gasolio erano in sosta da almeno due giorni, le temperature esterne, soprattutto quelle serali, erano state molto basse, circostanze che consentivano di escludere la possibilità di un’autocombustione.
Inoltre, l’assunzione delle prime dichiarazioni, mettevano in risalto una situazione conflittuale tra l’azienda proprietaria dei due mezzi da lavoro coinvolti ed un ex dipendente – A.C., italiano, classe 92, con precedenti di polizia per reati contro la persona – il cui rapporto di lavoro si era concluso nel mese di giugno 2018 e che si era reso, altresì, autore di minacce nei confronti del suo precedente datore di lavoro.
I successivi accertamenti, consistenti in minuziosi sopralluoghi delle aree prossime al luogo dell’evento, l’analisi certosina dei filmati registrati dalle telecamere di videosorveglianza, nonché le risultanze delle analisi tecnico – scientifiche, hanno fornito conferma al sospetto degli investigatori sulla natura dolosa dell’incendio, consentendo di ricostruire la dinamica e comprendere che ad agire erano state due persone, giunte sul luogo dell’evento a bordo di un’autovettura.
In particolare, l’esame delle immagini catturate dal circuito di video sorveglianza, ha messo in risalto il veicolo utilizzato per raggiungere quel sito, l’orario dell’arrivo pienamente compatibile con quello dell’incendio, il percorso effettuato ed il fatto che, uno dei due veniva ripreso intento a trasportare una tanica di colore bianco, ed infine, l’allontanamento dell’autovettura immediatamente dopo il verificarsi dell’incendio.
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Appurata la natura dolosa dell’incendio occorreva quindi risalire all’auto utilizzata per recarsi sul luogo del delitto ed individuare il suo utilizzatore. Del veicolo, tuttavia, non si conosceva la targa ma solo il colore, il modello ed alcuni particolari in ordine alla tipologia di fari e copricerchi.
Solo l’intuizione di un operatore della Squadra Mobile, che notava nei pressi della Questura un’autovettura, molto simile consentiva di individuarla e risalire al suo utilizzatore, L.A. di anni 26, con precedenti penali per reati contro il patrimonio ed arrestato la notte precedente per un tentativo di rapina in danno di due passanti.
Dai successivi accertamenti sulla targa si appurava che l’autovettura era stata oggetto di diversi controlli di polizia ed, in almeno due circostanze, tra gli occupanti, era stato identificato proprio l’ex dipendente della azienda di pulizie, A.C. di anni 27, in compagnia di L.A., figlio del proprietario del mezzo.
Intuito che i due giovani si frequentavano ed erano presumibilmente amici, gli investigatori si sono dunque concentrati sulla ricostruzione dei loro movimenti la sera del 2 marzo u.s., appurando che gli stessi avevano trascorso le primissime ore assieme, per poi recarsi, intorno alle 22.00, presso un benzinaio dove A.C. ha riempito una tanica di benzina; hanno quindi raggiunto corso Risorgimento, dove – sempre quest’ultimo – ha versato il liquido infiammabile su uno dei mezzi di proprietà della ditta ove aveva lavorato, ed, infine, si sono dati a precipitosa fuga.
Il preciso e dettagliato quadro accusatorio, sostenuto da approfonditi riscontri, è stato pienamente condiviso dalla Procura della Repubblica di Novara che ha coordinato l’attività di indagine e disposto gli interrogatori dei due indagati ritenuti responsabili in concorso tra loro per il delitto di incendio doloso.
Di fronte alle contestazioni, basate sui pregnanti elementi di indagine, ai due indagati non è restato che confermare il quadro gravemente indiziario nei loro confronti ed assumersi le loro responsabilità in ordine ai fatti contestati.
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