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Cronaca

Ndrangheta in Valle d’Aosta: la giunta trema

Pantaleo Romano

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Palazzo di Giustizia a Torino

A seguito dell’inchiesta torinese Egomnia, del pm Valerio Longi, la maggioranza di Antonio Fosson è a rischio.

L’inchiesta Egomnia è un nuovo ramo di Geenna ed è collegato alla campagna elettorale per le elezioni regionali del 2018. L’inchiesta riguarda il presidente, tre assessori, due consiglieri e due ex consiglieri regionali finiti nelle carte della magistratura.

A seguito di queste indagini, Rete Civica, che da l’appoggio esterno alla maggioranza, scrive: «È evidente fin d’ora che persone che risultassero indagate o pesantemente compromesse da quanto emerge dall’indagine non potranno continuare a ricoprire cariche apicali. Ci attendiamo assunzioni di responsabilità trasparenti e significative».
Messaggio che lascia trasparire le preoccupazioni nella maggioranza.

Inoltre, a complicare la situazione arrivano le dichiarazioni di Alpe. La capogruppo di Alliance Valdôtaine, Patrizia Morelli, dichiara che «A livello giudiziario non conosciamo le posizioni personali dei coinvolti e ognuno avrà modo di chiarire. A livello politico, utilizzeremo la giornata per un confronto con i movimenti. Saranno valutate tutte le ipotesi e domani mattina avremo una risposta».

La capogruppo dice quindi chiaramente che le prossime 24 ore saranno decisive per il futuro della giunta. Non mancano le voci dall’opposizione che, dalla Lega al Mouv, dal Pd ai 5 stelle chiedono chiarimenti e le eventuali dimissioni dei consiglieri coinvolti.

Il Movimento 5 Stelle, più netto nelle posizioni, chiede le immediate dimissioni dei politici coinvolti: “Esigiamo le immediate dimissioni dei consiglieri regionali che con i loro comportamenti hanno minato la più importante istituzione democratica della Valle d’Aosta”.

Il Pd anche si schiera per le dimissioni chiedendo un cambio di passo: «Se la politica regionale non cambia passo, si ritorni al voto. Le informazioni che stanno uscendo dalle carte del processo Geenna destano sempre più preoccupazione, evidenziano una Valle d’Aosta con poche difese rispetto alle infiltrazioni mafiose, presenti da tempo, ma sempre più pervasive».

L’Assessore Borrello si difende dalle accuse con una dichiarazione: «Mi ritengo in coscienza estraneo alla commissione di qualsiasi reato. Sono sereno e certo di aver operato nel totale rispetto della legge, avendo sempre improntato il mio vissuto ai valori di onestà e legalità». «Nel ritenere opportune le indagini e gli approfondimenti su tematiche così delicate – aggiunge poi l’Assessore – esprimo massima fiducia nella magistratura, confidando che la stessa possa fare chiarezza il più presto possibile su queste vicende».

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