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Cronaca

La regione Valle D’Aosta si costituirà parte civile nel processo sulla ‘Ndrangheta che si terrà a Torino

Pantaleo Romano

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L’inchiesta si chiama “Geenna” ed è relativa alle infiltrazioni della ‘Ndrangheta nella regione Valle D’Aosta.

La giunta regionale della Valle D’Aosta ha preso oggi, 6 dicembre, un’importante decisione circa l’inchiesta per ‘Ndrangheta che riguarda 20 imputati, fra cui il consigliere regionale sospeso Marco Sorbara, il consigliere comunale di Aosta Nicola Prettico (anch’egli sospeso) e l’ex assessore comunale a Saint-Pierre Monica Carcea.

La VdA sarà così parte civile, rappresentata dall’avvocato Renzo Cocchi, nel processo che si terrà a Torino.

L’operazione scattata lo scorso 23 gennaio aveva portato all’arresto di 16 persone fra cui i 3 politici citati. L’inchiesta si è chiusa ad agosto ed il prossimo 12 dicembre si avrà la prima udienza preliminare.

Attraverso una nota, la giunta regionale fa sapere che “la costituzione in questo procedimento sia doverosa, posto che le condotte contestate sono idonee ad alterare l’ordinato svolgimento della vita sociale dei cittadini, degli operatori economici del territorio e suscettibili di influenzare le abitudini della collettività, nonché le normali dinamiche del mercato concorrenziale e delle consultazioni elettorali e considerato che il radicamento, quale emerge dalle approfondite indagini della Direzione Distrettuale Antimafia di Torino, dei Carabinieri del Ros di Torino e del Reparto operativo dei Carabinieri di Aosta, di una “locale” di ‘ndrangheta sul territorio valdostano è un fatto che contribuisce a connotare negativamente il territorio valdostano nel suo complesso e a ledere la collettività regionale, della quale la Regione costituisce l’ente esponenziale”.

Anche il Presidente della Regione Vda, Antino Fosson, torna sull’argomento: La Regione autonoma Valle d’Aosta, costituendosi parte civile nel processo relativo all’inchiesta Geenna sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta, “intende dare un segnale forte e concreto contro un reato così rilevante quale l’associazione criminale di tipo mafioso, espressione di un fenomeno che deve essere contrastato non solo dai soggetti a ciò preposti, quali Magistratura e Forze dell’Ordine, ma anche dalle istituzioni democratiche della Repubblica e, in questo caso, la Regione e i Comuni, al fine di preservare il tessuto sociale della comunità regionale”.

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