Cronaca
Processo sulla tragedia di piazza San Carlo: 240 i primi indennizzati e modifica del capo d’accusa per Appendino e altri imputati
240 per persone “offese” che verranno indennizzate. Riconosciuta ad una donna la sindrome di stress post traumatico.
Era il 3 giugno del 2017, finale di Champions su maxi-schermo in piazza San Carlo. Ondate di panico causarono 1500 feriti ed il decesso di due donne. Oggi, 22 novembre, durante la ripresa dell’udienza preliminare al palazzo di giustizia di Torino sui 15 imputati è stato riconosciuto l’indennizzo a 240 dei feriti.
In molti fra i presenti quella sera hanno subito anche danni psicologici. Fra questi c’è una giovane donna della provincia di Torino alla quale è stata diagnosticata la sindrome da stress post traumatico. La sindrome viene di solito accostata ai reduci di guerra ma può verificarsi in altre circostanze. La donna a causa degli eventi del 3 giugno 2017 non è più riuscita a tornare a Torino senza qualcuno che l’accompagnasse.
Tuttavia Pietro Obert, legale di Unipol Sai spiega: «Al momento abbiamo riconosciuto solo danni da lesioni, nessuno da stress post traumatico».
Il numero dei risarciti rappresenta chi fra loro è riuscito a raggiungere un accordo con le polizze assicurative. Circa 80 altre persone sono in attesa di un punto d’incontro con le compagnie. In 5 hanno chiesto di costituirsi parte civile nel processo che vede indagata anche la Sindaca Chiara Appendino.
Proprio per quest’ultima, l’ex Questore e gli altri 5 indagatier disastro e omicidio colposi, il pm Vincenzo Pacile ha chiesto la modifica del capo d’imputazione.
Il magistrato ha aggiunto alle accuse il «non aver acquisito il parere obbligatorio e vincolante della Commissione provinciale di vigilanza come stabilito dal Tulps per verificare la sicurezza» della piazza.
Secondo l’accusa tale parere avrebbe potuto far optare per l’annullamento dell’evento oppure l’interruzione della proiezione.
Alla proposta dell’accusa le difese rispondono con la volontà di considerare tale modifica del capo d’accusa come un fatto nuovo, così da interrompere l’udienza preliminare per procedere a una nuova notifica dell’atto di conclusione indagine.
La richiesta è stata però respinta dal Gup Maria Francesca Abenavoli che ha tuttavia concesso agli imputati più tempo per decidere per riti alternativi.
La prossima udienza è fissata per venerdì 29, quando il vice questore Bonzano e il viceprefetto Roberto Dosio riferiranno spontaneamente. La scelta dei riti sarà invece rinviata al 10 dicembre.
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