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Cronaca

Presidente associazione Exit di Torino a processo, aiutò una donna a morire

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La sua storia ricorda quella di Marco Cappato, politico e attivista italiano, esponente dei Radicali e dell’Associazione Luca Coscioni,che aiutò Fabiano Antoniani detto Dj Fabo, un uomo rimasto tetraplegico e non vedente in seguito a incidente stradale, da Milano a Zurigo (Svizzera) per l’ottenimento dell’assistenza alla morte volontaria nella clinica Dignitas, dove si pratica il suicidio assistito.

Lui, invece,  Emilio Coveri,  presidente dell’associazione Exit-Italia, è indagato dalla procura di Catania per il caso di Alessandra Giordano, donna 47enne che il 27 marzo decide di andare in Svizzere per effettuare il suicidio assistito. L’ipotesi è  istigazione al suicidio.

“Il 31 luglio – spiega il presidente dell’associazione con sede a Torino – sono stato ascoltato dal procuratore di Catania e gli ho detto quello che l’associazione fa, e quello che ho fatto per Giordana: mi ha chiesto come bisognava fare» per ricorrere all’eutanasia legale in Svizzera, di cui si è servita poi per morire, «e io le ho detto che su internet c’erano tutte le informazioni e i contatti, consigliandole di fare anche testamento biologico. Noi ci occupiamo di informare i malati senza speranza di cura e abbiamo anche presentato un testo con una possibile proposta di legge sull’eutanasia e il suicidio assistito in Italia, rimasta inascoltata. Confidiamo in questo governo, penso che i tempi siano maturi e sollecito anche Emma Bonino a farsi carico di dare una spinta sincera all’esecutivo verso un provvedimento”.

“Come responsabile scientifico di Exit-Italia esprimo stupore per questa richiesta – commenta Silvio Viale, presidente del Comitato Etico-Scientifico di Exit-Italia e membro dell’associazione Coscioni – sono certo che il confronto tra Emilio e Alessandra sia stato nei limiti del dibattito su eutanasia e suicidio assistito tra i nostri soci, per cui Alessandra ha deciso in autonomia con piena autodeterminazione tempi e modi della propria morte”.

“Nonostante molti di coloro che hanno beneficiato del suicidio assistito in Svizzera siano nostri soci – conclude Viale – è la prima volta che Exit-Italia viene coinvolta direttamente e noi speriamo che questa vicenda, come quelle di DJ Fabo, Davide Trentini, Daniela Cesarini, Pietro D’Amico e Oriella Cazzanello possano contribuire affinché ci possa essere anche in Italia una buona legge su eutanasia e suicidio assistito”.

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