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Behrouz Boochani, una serata dedicata al giornalista e scrittore curdo, il 25 ottobre a Torino

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Venerdì 25 ottobre alle 18:30, presso la libreria Trebisonda di Torino, si terrà una serata dedicata a Behrouz Boochani e a Nessun amico se non le montagne, il libro scritto con Whatsapp dall’autore, giornalista e scrittore curdo, detenuto sull’isola di Manus dopo aver cercato di raggiungere l’Australia per chiedere il riconoscimento dello status di rifugiato politico.

Parteciperanno all’incontro Hamid Ziarati, scrittore, e Federica Tourn, reporter, che insieme ripercorreranno la storia dell’autore.

Nessun amico se non le montagne
PRIGIONIERO NELL’ISOLA DI MANUS
di Behrouz Boochani

Detenuto illegalmente dal governo australiano, il giornalista e scrittore curdo Behrouz Boochani ha scritto il suo memoir autobiografico attraverso migliaia di messaggi WhatsApp. Nel 2019 ha vinto il Victorian Prize, il più prestigioso premio letterario australiano. Nel 2018 gli è stato conferito da Internazionale il premio Anna Politkovskaja per il giornalismo.

Quando sono arrivato a Manus, ho creato un’altra immagine di me stesso: ho immaginato uno scrittore in una prigione remota. A volte lavoravo mezzo nudo accanto ai recinti della prigione e immaginavo un romanziere rinchiuso proprio lì, in quel posto. Questa immagine è stata di grande aiuto per me. Per anni l’ho tenuta a mente … Sono felice del premio. Prova che le parole hanno ancora il potere di sfidare i sistemi e le organizzazioni disumane… La letteratura ha il potere di darci la libertà.

– Dal discorso di Behrouz Boochani per il Victorian Prize 2013, Ilam, Kurdistan iraniano.

Dopo le intimidazioni e l’arresto di alcuni colleghi giornalisti, Behrouz Boochani raggiunge clandestinamente l’Indonesia e da lì tenta di arrivare in Australia, dove vuole chiedere lo status di rifugiato politico. Intercettato dalle forze militari australiane, viene confinato nel centro di detenzione per immigrati irregolari di Manus Island in Papua Nuova Guinea. Qui inizia un’intensa campagna di denuncia della politica anti-migratoria australiana e delle umiliazioni cui vengono sottoposti i rifugiati: articoli, documentari e questo libro, digitato in farsi su un cellulare e mandato a Omid Tofighian che lo ha tradotto in inglese.

Romanzo autobiografico, testimonianza, atto di sopravvivenza e di resistenza, racconta cinque anni di carcere ed esilio, dando voce all’impatto fisico e psicologico della detenzione a tempo indefinito sui rifugiati.

Behrouz Boochani, 36 anni, ha un master in scienze politiche. Giornalista, poeta e documentarista di origini curdo-iraniane ha fondato la rivista Werya, che gli è costata la messa al bando da parte del regime. È Membro Onorario del Pen International e pubblica regolarmente con Guardian, Huffington Post, The Financial Times e The Sydney Morning Herald. In questi giorni è iniziato il suo settimo anno di prigionia a Manus.

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