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Ambiente

La regione cambia linea sulla gestione rifiuti. Marnati: “scelta da parte dei consorzi se accorparsi o no”

Pantaleo Romano

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L’assessore regionale all’ambiente Matteo Marnati dichiara di voler intervenire sulla legge regionale numero 1 sui rifiuti.

Durante l’intervento nella quinta commissione consigliare di riferimento, l’assessore, di fronte ai ritardi nell’accorpamento dei consorzi di gestione dei rifiuti in una struttura di area vasta, propone una nuova linea: «la scelta da parte dei consorzi se accorparsi o no, per venire incontro alle difficoltà espresse da diversi sindaci». E ancora: «Bisogna introdurre criteri per premiare il consorzio che raggiunge gli obbiettivi e commissariare quello che non li raggiunge».

La nuova proposta potrebbe arrivare entro un mese. Sono contrarie le minoranze: La legge vigente «è il frutto di un lungo e complesso confronto, è difficile trovare modalità tecniche che la migliorino senza ignorare il lavoro di tanti mesi» ha dichiarato Alberto Avetta (Pd). «rivedere la legge è una sconfitta -dichiara Sean Sacco (M5S)- l’area vasta permette una visione omogenea della gestione dei rifiuti e di generalizzare le buone pratiche».
Contro anche Giorgio Bertola (M5S), Diego Sarno e Monica Canalis (Pd).

Per Claudio Leone (Lega) bisogna accettare le critiche rivolte dai sindaci: «La scelta dell’assessore è quella giusta. La norma nazionale lascia aperture, non obbliga agli accorpamenti». Per Paolo Ruzzola (Fi): «se ci sono tante resistenze ci sarà un motivo. Non sono state ascoltate le periferie, se si fosse fatto si sarebbe riscontrata la contrarietà dei sindaci a rendere obbligatorio l’accorpamento nell’area vasta». Carlo Riva Vercellotti (Fi) ha chiesto la partecipazione delle Province nella gestione dei rifiuti.

Prima dell’intervento dell’assessore Marnati era stato ascoltato il direttore generale dell’Arpa Angelo Robotto. Nella relazione presentata in Regione, il direttore ha fatto sapere che il livello di inquinamento è in costante calo ma su 12 sostanze esaminate, cinque sono ancora sopra il livello di guardia: benzo(a)pirene, biossido di azoto, PM2.5, PM10 e ozono.
Le principali cause sarebbero legate al traffico veicolare, all’industria, all’agricoltura e al riscaldamento, in particolare da quello a legna, i cui prodotti arrivano fino a Torino

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