Salute
Corteo a Torino contro il progetto LIGHTUP che coinvolge sei macachi
Oggi pomeriggio, sabato 12 ottobre, si è tenuto un corteo in centro a Torino contro la ricerca LIGHTUP dell’Università degli Studi di Torino che, secondo le accuse delle associazioni animaliste, causa gravi danni alla vista a sei macachi. Alla manifestazione hanno partecipato centinaia di persone, molte con gli occhi bendati come segno di protesta.
La consigliera comunale del Movimento 5 Stelle, Chiara Giacosa, ha partecipato alla manifestazione e dice: “Grazie alle associazioni che hanno organizzato questo corteo contro la sperimentazione animale. Torino dice basta e io farò di tutto affinché qualcosa cambi davvero”.
Sostiene la protesta anche la consigliera regionale M5S Francesca Frediani che, pur non potendo partecipare, esprime “vicinanza a coloro che sfilano in difesa di una scienza senza crudeltà, moderna ed evoluta. Ricordo alla maggioranza che guida la Regione che il Consiglio ha compiuto un primo passo verso il superamento della sperimentazione animale approvando una legge a mia prima firma. Una legge che non può essere ignorata”.
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Il progetto LIGHTUP ha come obiettivo, come scrive l’Ateneo sul proprio sito, di permettere lo sviluppo di un protocollo efficace e sicuro per il recupero della vista per persone rese cieche attraverso una lesione cerebrale. Solo in Italia, circa 200,000 nuovi pazienti ogni anno subiscono lesioni vascolari come l’ictus, cui vanno aggiunti i pazienti con lesioni da trauma o tumore.
Inoltre l’Università specifica sul sito FACT-CHECKING sul testo della petizione LAV, redatto e pubblicato dagli Atenei di Torino e Parma:
“Gli animali non verranno resi ciechi. Sarà invece prodotta una macchia cieca, circoscritta ad una zona di pochi gradi del loro campo visivo e limitata a un solo lato. A seguito dell’operazione, l’animale resterà in grado di vedere e spostarsi normalmente nell’ambiente, alimentarsi ed interagire con i propri simili. La lesione chirurgica avrà infatti l’estensione minima necessaria a permettere di studiare i processi alla base del recupero della consapevolezza visiva e a riprodurre il fenomeno che in modo più esteso si verifica in pazienti umani. Per capirne meglio l’impatto, si consideri che in base alle normative attuali, a pazienti con una lesione unilaterale di estensione simile o anche significativamente più estesa di quella praticata sugli animali, non verrebbe neppure ritirata la patente di guida.”
Il progetto LIGHTUP è stato approvato nei suoi aspetti scientifici ed etici dallo European Research Council, dai comitati etici e dagli Organismi Preposti al Benessere Animale (OPBA) delle Università di Torino e di Parma, oltre che dal Ministero della Salute. Tutti questi organismi indipendenti hanno riconosciuto il valore del progetto e l’impossibilità di perseguirne gli obiettivi di conoscenza e intervento clinico senza una preventiva sperimentazione su animale oltre gli studi (non invasivi) su soggetti umani.
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