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Cultura

Si chiude con 6.000 presenze la seconda edizione del Festival delle Migrazioni

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6.000 presenze, 143 tra ospiti e artisti, 40 appuntamenti, 5 giorni: sono questi i numeri che raccontano il successo della seconda edizione del Festival delle Migrazioni che dal 25 al 29 settembre 2019 ha animato Torino negli spazi dell’ex cimitero di San Pietro in Vincoli, Teatro Cottolengo, Scuola Holden e Polo del ‘900.

Il momento più straordinario dell’intero festival è stata la Cena delle cittadinanze: nella serata di sabato oltre 800 persone, provenienti da ogni parte del mondo, si sono sedute una accanto all’altra per condividere insieme il cibo cucinato in proprio e scambiato convivialmente, un confronto tra “cittadini” di diversa provenienza in un dedalo di teglie e brindisi e piatti tipici dei diversi paesi di origine, tutto nell’insolita cornice dell’ex cimitero di San Pietro in Vincoli. Una straordinaria consonanza e felicità in una festa che è continuata con balli e danze al suono dalla musica dell’Orchestra di Porta Palazzo e degli Svoboda.

I numerosi temi legati al complesso fenomeno delle migrazioni affrontati negli incontri sono stati seguiti sempre da un numeroso e curioso pubblico, e nelle sale strapiene il tema di fondo che è emerso in tutta la sua urgenza è stato: cosa è cambiato in questo ultimo anno a livello sociopolitico e quali sono le prospettive future possibili? A questa domanda, hanno risposto direttamente il giornalista Domenico Quirico, che ha dibattuto insieme a Marco Revelli e Marco Tarquinio e indirettamente altri, come Ascanio Celestini e Simone Regazzoni, in un incontro dedicato al tema delle periferie, Alessandro Metz armatore di Mediterranea Saving Humans e la già europarlamentare Elly Schlein che nel corso di un dibattito con i ragazzi delle scuole superiori ha parlato con loro di cosa significhi oggi essere europei e dell’importanza di una corretta narrazione delle migrazioni.

Un altro filo conduttore di questa seconda edizione è stato quello delle donne in relazione al tema delle migrazioni, con una serie di incontri caratterizzati da una partecipazione del pubblico curiosa e attenta: cosa significa e quali scelte comporta essere una donna musulmana, la testimonianza di donne lavoratrici ed esperte con storie e vissuti legati alle migrazioni, la lotta per la tutela dei diritti delle donne migranti, una vera e propria sfida nella sfida. Tra le protagoniste di questi appuntamenti, la scrittrice Igiaba Scego, le giornaliste Barbara Schiavulli e Ada Treves.

Le proiezioni cinematografiche, per lasciar spazio alle quali è stato aggiunto un giorno al festival, hanno fatto sì che fin dalla prima giornata di appuntamenti si registrasse il tutto esaurito, segno di una risposta di pubblico molto positiva che ha caratterizzato il corso dell’intero evento.

E infine gli spettacoli teatrali che hanno registrato il tutto esaurito: dal toccante L’estranea di casa, con la storia di un’insegnante che abbandona la Romania e i suoi figli per fare la badante in Italia a I capricci del destino, ispirato al capolavoro di Karen Blixen Il pranzo di Babette e il potente ed evocativo Illegal helpers di Maxi Obexer, dedicato alle storie di migranti e di chi sceglie di soccorrerli, a volte anche illegalmente e in cui il confine insondabile tra indifferenza e azione viene continuamente provocato e messo in discussione. E ancora i due appuntamenti dedicati alle scuole, con seicento studenti partecipanti, utili anche come spunto di confronto e dibattito: il racconto, a cura del Teatro di Emergency, Stupidorisiko, ironico e amaro, in cui, partendo dalla Prima Guerra Mondiale si arriva fino alle guerre dei giorni nostri e Prima fu la volta dei migranti. Inchiesta sull’Europa dei muri di Almateatro, una lezione teatrale sulla politica migratoria dell’Unione Europea.

Il Festival delle Migrazioni è ideato dalle Compagnie torinesi A.C.T.I. Teatri Indipendenti, AlmaTeatro Tedacà, con il sostegno di Compagnia di San Paolo, la collaborazione di Fondazione Piemonte dal Vivo e con il patrocinio della Città di Torino, Città Metropolitana, Circoscrizione 7, Biennale Democrazia, Ordine Assistenti Sociali.

Hanno collaborato con il Festival delle Migrazioni Fondazione per la cultura Torino, Coldiretti, Scuola Cottolengo, Diocesi di Torino, Polo del ‘900, Scuola Holden, Emergency, CGIL, Medici Senza Frontiere, Torino Spiritualità, Torino Pride, Quore, Lovers Film Festival, Banca Etica, Associazione Stampa Subalpina, La Riforma, Articolo 21, Arci Torino, LabPerm, Il Mutamento Zona Castalia e molte altre associazioni che si occupano di migrazione sul territorio.

Il Festival delle Migrazioni 2019 è stato realizzato grazie al lavoro di 40 persone tra volontari e staff.

 

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Il Festival delle Migrazioni è un invito collettivo a incontrarsi per riflettere sulle resistenze culturali, sulla convivenza, sul concetto di comunità e accoglienza, che vede in dialogo la popolazione italiana autoctona, le persone di diverse provenienze che da anni sono residenti qui e sono diventate cittadine italiane, le seconde e terze generazioni, chi da poco è arrivato nella nostra città e vive nei centri di seconda accoglienza, i migranti, tutti da considerarsi come soggetti attivi del nostro territorio e non solo soggetti da studiare o raccontare.

Il Festival delle Migrazioni è un dialogo contro la paura e il concetto di invasione, un’occasione per combattere l’idea che il fenomeno migratorio sia comparso improvvisamente in tempi recenti. Allo stesso tempo, raccontare le storie dei protagonisti di tali migrazioni e ascoltare la loro voce artistica, culturale e politica è un modo per evitare facili semplificazioni e strumentalizzazioni.

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