Cittadini
L’Artemide di Torino in gara per vincere il proprio restauro, votano i cittadini
Per far conoscere agli italiani “Sanex” il gruppo Colgate-Palmolive ha pensato di “scardinare” le classiche leve della pubblicità tout court ed, in partnership con Fondaco Italia, ha deciso di investire nella valorizzazione del patrimonio storico-artistico del nostro Paese con l’obiettivo di intraprendere un rapporto diretto con le comunità locali e con i consumatori.
Dal 9 settembre, otto opere d’arte, in cinque regioni d’Italia (Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Toscana e Lazio) saranno in gara per tornare all’originario splendore, grazie alla partecipazione attiva di tutti i cittadini italiani, che sono invitati a votare l’opera preferita sul sito www.sanex.com/it-it Il processo è semplice e veloce, non sarà necessario registrarsi o fornire alcuna informazione personale. La proclamazione della vincitrice, l’opera più votata, avverrà il 9 ottobre e la riconsegna dell’opera restaurata è prevista entro gennaio 2020. L’auspicio è che attraverso Sanex il progetto trovi la più ampia diffusione e grazie ad un’energia contagiosa si scateni una grande partecipazione attiva!
TORINO
La statua, in marmo bianco e di grandezza leggermente superiore al vero (circa m 2), è collocata nel cortile d’onore del Palazzo Reale di Torino. Raffigura la dea Artemide/Diana in corsa, nelle vesti di cacciatrice, con un chitone corto e accompagnata da una cerva, uno dei suoi attributi più frequenti.
Si tratta probabilmente di una pregevole copia commissionata, forse a Giuseppe Gaggini, dal re Carlo Alberto di Savoia-Carignano tra il 1835 e il 1847 per decorare, insieme ad altre statue antiche, lo scalone del Palazzo. Oltre che per la finezza della lavorazione, l’opera è molto importante per la sua iconografia. Il modello a cui si ispira è infatti la celebre “Artemide di tipo Versailles”, oggi al Louvre, una statua di età romana imperiale, copia marmorea di un originale bronzeo attribuito al grande scultore greco Leochares, attivo intorno al 370 a.C. e documentato fra gli autori del Mausoleo di Alicarnasso. Arrivò da Roma come dono di papa Paolo IV al re Enrico II nel 1556 e conobbe in Francia una grandissima fortuna, divenendo l’immagine di Artemide per antonomasia. Nella seconda metà del XVIII secolo, l’opera fu riprodotta, in grande e in piccolo, in diversi materiali, e nel corso dell’Ottocento viene inclusa nelle serie dei grandi calchi in gesso che arredavano musei e dimore signorili.
Il restauro consentirà di meglio apprezzare la qualità della copia di Torino e di approfondire gli studi sulle circostanze della sua realizzazione.
ENRICA PAGELLA – Direttore dei Musei Palazzo Reale
“Il Palazzo Reale di Torino è uno dei luoghi dove si sono vissuti passaggi importantissimi per la storia del nostro Paese. Custodire, valorizzare, rendere più fruibile questo Palazzo è la missione di tutti noi di cui ne sentiamo la responsabilità. Ogni angolo, ogni oggetto, ogni opera, è la testimonianza tangibile di una cultura, di una visione e di una sensibilità di coloro che ci hanno preceduti. L’esigenza di mostrare quanto di meglio l’intelletto e la manualità dell’artista sapeva fare, era un vanto, uno status symbol.
L’Artemide fu probabilmente eseguita da Giuseppe Gaggini secondo il modello di Versailles, nell’orbita culturale di Leochares, e commissionata da Carlo Alberto fra 1835 e ’47, dunque in uno dei momenti più entusiasmanti dei lavori del Palazzo sotto la direzione di Pelagio Palagi, anche in chiave risorgimentale, e risulta particolarmente adatta a sottolineare l’ampiezza degli interessi sabaudi e le molte anime degli attuali Musei Reali.
L’idea di partecipare ad una “competizione” che ha al centro l’arte ci ha sin dall’inizio colpito ed interessato. Abbiamo pensato di proporre la statua di Artemide e per questo chiediamo di votarla, sarebbe veramente molto importante! Grazie”
Le altre opere in votazione: la statua della Madonna del coazzone del Castello Sforzesco di Milano, la Fontana del Delfino a Bergamo, la statua di Giovane donna all’Arengario di Monza, il gruppo scultorea della statua di Pomona di Palazzo Ducale del Giardino di Parma, la statua della Venere di Milo dell’Accademia di Belle Arti di Firenze, la statua di Santa Teresa del pronao della Chiesa degli Artisti a Roma, la statua della Madonna con Bambino della frazione di Sommati ad Amatrice.
Un grande gruppo internazionale che, riconoscendo il valore dell’arte italiana, sarà protagonista del restauro di una di esse e nel contempo contribuirà a pubblicizzare i luoghi che le accolgono. Un percorso innovativo di comunicazione, una modalità concreta di responsabilità sociale d’impresa per fare cultura e valorizzare l’arte attraverso la partnership tra Sanex Colgate-Palmolive e Fondaco Italia.
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