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Cronaca

Genitori dei bulli di Ciriè: “mio figlio è disperato e ha minacciato di fare qualche stupidaggine”

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Dopo la pubblicazione e la diffusione del video in cui i ragazzi, tre minorenni e un neo-diciottenne, che avevano appena terminato il loro periodo di lavori socialmente utili dopo la condanna per gravi atti di bullismo, sbeffeggiavano le forze dell’ordine, i quattro sono stati convocati in caserma dai carabinieri per spiegare quello che si vede nel filmato e nelle foto pubblicati sui social.

Nonostante non siano mai stati assenti neanche un’ora durante i tre anni di servizi socialmente utili e nonostante le scuse ai militari, sembra dalle foto su Instagram e soprattutto dall’audio di quei pochi secondi di filmato che non siano completamente pentiti di ciò che hanno fatto subire a un loro coetaneo nel 2016, quando avevano 14/15 anni.

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In loro difesa i genitori e l’avvocato Paola Mosele, legale di uno dei tre minorenni. “Li stanno massacrando, mio figlio è disperato e ha minacciato di fare qualche stupidaggine” e poi “Prima di giudicare qualsiasi fatto, bisognerebbe mettersi davanti a uno specchio e riflettere su se stessi. Guardate il proprio orto, poi se è il caso criticate ma non giudicate perché la stessa cosa potrebbe riproporsi tra le vostra mura familiari” sono gli sfoghi dei genitori dei ragazzi che non si sono trattenuti, anche se consigliati a farlo, assistendo alla gogna mediatica di questi giorni. L’avvocato Mosele è più cauta: “Sono due episodi distinti. Per i fatti di tre anni fa, i ragazzi hanno già pagato e risarcito la vittima e il 10 luglio il tribunale ha dichiarato estinto il reato. Ora sono da accertare le responsabilità per queste foto e video su cui i carabinieri stanno indagando. Immagini estrapolate dal contesto a cui si potrebbero dare diversi significati”.

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